lunedì 16 luglio 2012

Se.Ver.A: altro caos, stipendi non pagati

Ancora problemi per i dipendenti di Se.Ver.A. spa: sono nuovamente senza stipendio. La mensilità di giugno , infatti, non è stata corrisposta dall'azienda, che svolge il servizio di raccolta rifiuti. Al posto della busta paga, l'azienda ha distribuito un comunicato , in cui ha descritto, in modo molto stringato - solo poche righe - la situazione ai sindacati.
Nella nota, il direttore Bunazza ha ammesso l'impossibilità di pagare gli stipendi di giugno visto che al 30 dello stesso mese i Comuni soci della societetà non avevano ancora provveduto al pagamento dello scoperto. Un senso di grande sconcerto, fa sapere il sindacalista della Funzione pubblica Cgil Michele Massari. Il quale lancia un messaggio esplicito alle amministrazioni che non hanno ancora eseguito i versamenti dovuti. «Per un lungo tempo, emergeva che le responsabilità dei mancati pagamenti degli stipendi fossero da attribuire ai crediti nei confronti delle amministrazioni comunali di Gallicano e Castelnuovo Garfagnana - spiega chiaramente Massari -. Oggi invece si citano genericamente i Comuni.
C'è da aggiungere che adesso l'informativa non è stata esplicitata in modo trasparente nel corso degli incontri sindacali. oggi l'azienda parla genericamente di Comuni, non specifica quali siano con precisione gli enti morosi». In merito alla situazione di Se.Ver.A., denuncia adesso il sindacalista della Funzione pubblica Cgil, «è scesa una cappa di silenzio, nia i problemi sono tutt'altro che risolti».
Tutto il contrario, sottolinea Massari. Il quale specifica che, rispetto al passato, oggi «i problemi sono gli stessi e si aggravano col tempo. Al personale - sottolinea - vengono richiesti sempre maggiori sacrifici, sia in termini di mansioni, che di orario e di carichi di lavoro. E senza che vi sia neppure la garanzia del versamento degli stipendi correnti». Massari lancia un appello. «Invitiamo ancora gli amministratori - conclude - a una presa di coscienza sulla vicenda. Li invitiamo anche, e al più presto, almeno a cercare di sbloccare i pagamenti degli stipendi ».

Fonte: Il Tirreno di Luca Dini

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