mercoledì 31 marzo 2021

In MTB tra posti sconosciuti e abbandonati della Garfagnana

Un bellissimo giro tra posti sconosciuti e paesi fantasma a cui è mancato solamente la cima del Monte Croce (per nebbia e freddo).
 


Gallicano, Verni, Trassilico, Foce di Pompanella, Sentiero CAI 135, Strada per Campolemisi, sterrata per Cortevecchia, Agriturismo La Campanella, pendici del Monte Croce, Il Termine, Alla Margine, San Pellegrinetto, Gallatoio, Col di Luco, Butale e Butaletto, Vispereglia, Camperano, Trombacco, Gallicano.
42 chilometri e 1500 metri di dislivello positivo.










San Pellegrinetto


Col di Luco

Col di Luco

Col di Luco


Vispereglia

Vispereglia

Camperano

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martedì 30 marzo 2021

Detraibilità dei Tamponi e test per il Covid 19

Sono detraibili le spese sostenute per effettuazione di tamponi e test Covid? 

I tamponi e i test di qualunque tipo (molecolari, sierologici o antigenici) eseguiti da laboratori pubblici o privati sono detraibili quali prestazioni sanitarie diagnostiche, con obbligo di pagamento tracciato se eseguiti da strutture private non accreditate Ssn. I test rapidi, sierologici o antigenici, eseguiti in farmacia sono detraibili quali fornitura di dispositivi medico-diagnostici in vitro e servizi strettamente connessi, che si ritengono detraibili anche se pagati in contanti.

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Quando le spese per l'acquisto di mascherine sono detraibili



Come precisato dalla circolare 11/E/2020 sono deducibili fiscalmente nell’ambito della categoria “Spese mediche” i costi sostenuti per l’acquisto di mascherine chirurgiche con marcatura CE classificate come dispositivi medici in base alla direttiva 93/42/CEE o al regolamento 745/2017/UE, nonché quelle chirurgiche senza marcatura CE, ma autorizzate con la procedura in deroga presso l’Istituto superiore di sanità (articolo 15, comma 2 Dl 18/2020 Curaitalia). Indetraibili le mascherine FPP2 ed FPP3 classificate solo come Dpi (Dispositivi di protezione individuali), detraibili invece se hanno la doppia conformità CE (come Dpi e come dispositivi medici). Sempre indetraibili le mascherine di comunità. Va verificato che lo scontrino parlante riporti il codice AD che identifica, nella trasmissione al sistema Tessera sanitaria, i dispositivi medici con marcatura CE. 
In mancanza va conservata la confezione del prodotto per dimostrare, in caso di verifica, la conformità alle specifiche tecniche e la marcatura CE. Per mascherine senza marcatura CE, ma autorizzate in deroga dall’Iss si ritiene sufficiente lo scontrino parlante se riporta la dicitura «dispositivo articolo 15 comma 2 Dl 18/2020» o simili.

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lunedì 29 marzo 2021

Al via i lavori di consolidamento strutturale del marciapiede in Via Cavour

Domani 30 marzo inizieranno i lavori di consolidamento strutturale del marciapiede in Via Cavour. Questa l'ordinanza che in sintesi chiude al traffico veicolare via Cavour a partire dalla Rosticceria verso Piazza del Popolo. Da piazza V. Emanuele alla Rosticceria sarà invece istituito un senso di marcia alternato.





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giovedì 25 marzo 2021

A spasso tra la Pania Verde, Pianizza ed il muro del Carlo

 Una bella passeggiata con Marley tra la Pania Verde, Pianizza ed il "muro del Carlo". 















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giovedì 18 marzo 2021

La Pasimata garfagnina, il dolce di Pasqua

Per tutta Italia sarà una Pasqua blindata, la pandemia ci costringe ancora a trascorrere questa festività all’interno delle nostre case e allora dedichiamo più tempo a preparare il pranzo per i nostri cari. 
Sulle tavole delle famiglie della Garfagnana certo non mancherà, insieme alle uova colorate e ai ramoscelli di ulivo, la Pasimata, dolce tipico, simbolo pasquale. 



Per chi volesse cimentarsi in questa tradizionale quanto difficile preparazione questa è la ricetta originale.
Ingredienti: zucchero, burro o margarina, farina, latte, uvetta, uova, 1 manciata di semi di anice, lievito di birra.

Procedimento 
Primo giorno: 
  • 1° impasto con lievito di pane, farina e latte 
  • 2° impasto con latte, 1 uovo, 2 cucchiai di zucchero, 500 gr.di farina 
Secondo giorno: 
  • 1° impasto (mattina presto) con latte, 2 uova, 50 gr. di burro, zucchero e 1 Kg di farina 
  • 2° impasto (a mezzogiorno) con 3 uova, 100 gr di burro, latte, 500 gr di farina e zucchero 
  • 3° impasto (a sera) con farina, 600 gr di zucchero, 4 uova, 100 gr di burro e 100 gr di lievito di birra
Terzo giorno: di mattina presto aggiungere latte e farina e lasciare riposare. A lievitatura completata si finisce l’impasto con l’aggiunta degli ingredienti rimasti, uvetta ammollata e semi di anice lavorando bene. Mettere in teglia e aspettare che lieviti molto bene a temperatura ambiente (non freddo) coprire con una tovaglia. Cuocere nel forno a legna. In alternativa forno elettrico a 175° per 45 minuti. Se la superficie diventa troppo scura coprite con carta stagnola.

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lunedì 15 marzo 2021

domenica 14 marzo 2021

giovedì 11 marzo 2021

La Via Vandelli, l'autostrada appenninica del '700

La via Vandelli è un'antica strada commerciale e militare, realizzata a metà del XVIII secolo per collegare Modena (capitale dell'omonimo ducato) e Massa.La strada necessaria alla continuità politica e territoriale, alla logistica militare ed ai commerci fu fortemente voluta dal Duca Francesco III d'Este e collegava originariamente le città di Modena e Massa. Nel 1741 il Duca concluse il matrimonio del figlio Ercole con Maria Teresa Cybo-Malaspina, erede del Ducato di Massa, e così Modena acquistò l'ambìto sbocco al mare. 
Il Ducato di Modena e Reggio aveva infatti l'esigenza politica, tattica e strategica e commerciale di avere un accesso sicuro al mare, all'interno dei propri confini (corrispondenti grosso modo all'attuale provincia di Modena, Reggio Emilia, alla Garfagnana e alla fascia costiera di Massa e Carrara).
L'antica via Bibulca romana era nei fatti completamente inservibile e non recuperabile. 
Per questo motivo, l'abate ingegnere, geografo e matematico di corte Domenico Vandelli fu incaricato di concepire e disegnare un nuovo tracciato stradale che fosse all'avanguardia dei tempi e di dirigerne personalmente i lavori unitamente al Magistrato della Guerra del Ducato. 
La via Vandelli fu quindi così denominata proprio in onore del suo ideatore e costruttore. 
 


La strada ducale modenese rappresenta una sfida tecnica notevole per il suo tempo ed ha in sé numerose innovazioni. Percorre un ambiente montano ripido ed impervio attraverso l'Appennino e poi attraverso le Alpi Apuane, sulle pendici del Monte Tambura ove la strada raggiunge la sua quota maggiore a 1634 metri s.l.m. 

Passo Tambura

Per queste motivazioni Vandelli fu indotto a concepire nuove metodiche cartografiche che contenessero anche riferimenti altimetrici ad uso matematico. Introdusse quindi le linee di livello di quota costante: le isoipsae Vandellis. 
Questa innovazione permise una progettazione più attenta, precisa e la stesura di mappe più realistiche e ricche di informazioni utili al lettore. 
Al progettista dell'opera vennero posti anche dei vincoli costruttivi imperativi. Oltre ai costi contenuti, unitamente ai tempi brevi per la costruzione, la strada doveva richiedere una manutenzione minimale e poter permettere il passaggio di carriaggi pesanti, che trasportavano i materiali marmorei di estrazione locale, e concepita per durare nel tempo. Le pendenze dovevano essere tali da permettere il loro superamento. Un ulteriore vincolo era rappresentato dalla necessità che il tracciato non attraversasse mai lo Stato Pontificio, né la Repubblica di Lucca, né il Granducato di Toscana. Si doveva inoltre rispettare il criterio, già noto e fortemente sentito in passato, che le strade di grande traffico dovessero sempre evitare l'attraversamento dei centri abitati. 
Tutti questi fattori determinarono un costo rilevante per la sua realizzazione. 

La costruzione iniziò nel 1738 e nel 1751 la strada si poteva considerare conclusa. Tuttavia, nel seguito, per completare l'opera, lungo la strada vennero costruite stazioni di manutenzione e stazioni di sosta per il cambio e l'abbeveraggio dei cavalli, ostelli, piazzole per lo scarico ed il carico delle merci, guardine per i militi addetti al presidio ed al pagamento dei pedaggi, ecc. si era di fatto giunti ad avere la prima strada italiana carrozzabile logisticamente gestita che si inerpicava lungo i fianchi scoscesi delle montagne. La strada aveva numerose diramazioni che servivano per collegare piccole località, fabbriche, cave di pietra e di marmo e miniere di ferro. Una ampia piazzola ottenuta dall'intaglio della roccia, utile per la gestione logistica delle merci in transito e ubicata lungo il tratto massese del percorso, prende ancora il nome di Finestra Vandelli. 

Finestra Vandelli

Gli sbancamenti vennero realizzati facendo ampio uso di esplosivi, ed i tratti montani più difficoltosi o ripidi furono realizzati con murate di sassi posti a secco impiegando le tecniche innovative del Vandelli e la perizia delle maestranze specializzate piemontesi. I materiali da costruzione erano quindi riconducibili a quelli reperibili negli stessi luoghi, pietre e legname, a cui vennero aggiunte reti di ferro. Il tratto più critico era rappresentato dal Monte Tambura. Domenico Vandelli dovette progettare il percorso stradale mantenendo una ripidità accettabile ed una percorrenza agevole per i carriaggi. Nonostante la soluzione fosse ingegneristicamente molto valida, come dimostrato dal fatto che la strada è giunta sino a noi praticamente intatta, le problematiche ambientali legate soprattutto all'impiego nel periodo invernale ed alla neve, erano chiaramente insormontabili. La strada venne corredata da spallaggi nei tratti ripidi, di cippi stradali (Cippo Vandelli), da indicazioni dei centri abitati, da edicole che contenevano i libelli del tempo e da nicchie ricavate nella roccia con crocifissi sacri e con statuine votive della Madonna.

Tracciato storico 
La via Vandelli parte da Modena, con il tracciato del 1739, e da Sassuolo, con quello del 1751, e i due rami salgono in Appennino, l'uno verso Puianello e San Dalmazio, l'altro verso Serramazzoni. Ricongiungendosi per raggiungere Sant'Antonio quindi Pavullo nel Frignano. Costeggia la rupe del castello di Montecuccolo, che appartenne alla famiglia del celebre generale Raimondo Montecuccoli, rimane sul crinale attraversando Montecenere e Lama Mocogno e dopo un lungo tratto, ancora ben conservato, arriva a La Santona. Si sale poi verso l'Imbrancamento e il passo del Lagadello tra le valli del Dragone e dello Scoltenna, supera edifici storici come La Fabbrica, le tipiche capanne celtiche, emergenze naturali come il Sasso Tignoso e sale fino allo spartiacque tra Emilia e Toscana a San Pellegrino in Alpe. Superando il crinale a San Pellegrino in Alpe, la via procede vicino al dorso del monte Verrucchiella, una delle varie prominenze del lungo contrafforte che scende verso la valle del Serchio. Le mappe antiche rivelano che qui la via Vandelli propone addirittura due percorsi, l'uno alternativo all'altro, detti la Calda e la Fredda, da impegnare rispettivamente durante l'inverno e durante l'estate lasciando in mezzo la vetta della Verrucchiella. 
Un singolare e funzionale modo di intendere i cammini a seconda della loro esposizione ai venti, al gelo, alle nevi. Nel seguito la strada attraversa la Garfagnana. Da San Pellegrino in Alpe (1525 m s.l.m.) a Campori, Pieve Fosciana e Castelnuovo di Garfagnana quindi, dopo aver attraversato il fiume Serchio, risale la valle dell'Edron, fino al lago di Vagli e Vagli di Sopra, poi la valle di Arnetola e il duro passo della Tambura. Da qui (1.620 m s.l.m.) la strada scende in provincia di Massa-Carrara fino ad arrivare a Resceto, a Massa e giungere sino al Mare Tirreno. 

Arnetola

La strada nella sua distanza minima si svolgeva per più di 150 km. 
 Oggi la via Vandelli ha anche un percorso escursionistico, che differisce in parte da quello storico, che permette ai numerosi viandanti di percorrerla in sicurezza sia da Modena che da Sassuolo fino a Massa e al mar Tirreno.



Questa è la traccia del percorso escursionistico (per maggiori informazioni clicca qui)




Per approfondire:
www.viavandelli.com
viavandelli.blogspot.com
facebook.com/viaVandelli
instagram.com/viavandellimoms
twitter.com/viavandelli
flickr.com/viavandelli
youtube.com/c/ViaVandelli

#viavandelli
"Guida alla Via Vandelli" di Giulio Ferrari, Terre di Mezzo (2021)
"La Via Vandelli - Antica strada, nuovo cammino" di Giulio Ferrari, Edizioni Artestampa (2018)

gruppo FB "i viandanti della Via Vandelli"
https://www.facebook.com/groups/177709999470452/

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martedì 9 marzo 2021

Il sentiero di Tigliora torna a splendere

L'inverno 20/21 e le nevicate di gennaio hanno fatto moltissimi danni ai sentieri della Garfagnana ma grazie ai volontari bikers di Gallicano il sentiero di Tigliora è tornato a splendere!    
Non solo! Anche il Zappello e Piastreto sono tornati come nuovi! All'appello, per il momento, manca solo le "Capre".

 





Come si raggiunge il sentiero di Tigliora?
Da Gallicano, per strada asfaltata, seguiamo le indicazioni per Trassilico. Dopo circa 7 km, passato Verni e l'Agriturismo Summer, svoltiamo a sinistra per la sterrata che porta a Pian di Corte / San Luigi.
Dopo circa 4 km, alla pineta nei pressi di Pian di Lago, imbocchiamo a sinistra il bellissimo sentiero di Tigliora, 4 km veramente divertenti!
Ecco la traccia.

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giovedì 4 marzo 2021

Ecco il primo punto vendita dei "Produttori filiera garfagnina"

L’Associazione produttori filiera Garfagnina, sorta due anni fa, apre un proprio punto vendita a Castelnuovo. Sono 26 i produttori che oggi fanno parte dell’associazione, di cui è presidente Aldo Bacci, titolare del Mulino di Piezza, vicino a Ponte di Campia. 
Dopo il disbrigo delle ultimissime pratiche burocratiche, l’attività è pronta a partire da un giorno all’altro nella nuova sede di via Marconi n.14, nel rione di Santa Lucia di sopra. 

Aldo Bacci - Presidente dei Produttori filiera garfagnina


"L’emergenza sanitaria di un anno - spiega il presidente Aldo Bacci - ha frenato diversi nostri progetti che non abbiamo però abbandonato e aspettiamo il momento opportuno per realizzarli. Intanto continuiamo a crescere nel numero e adesso avremo anche questo punto vendita che ci aiuterà ulteriormente". 
Saranno i soci ad alternarsi nell’apertura del negozio, nello stesso tempo l’associazione continuerà ad essere presente in diversi supermercati di zona e alle fiere del territorio, avendo sempre come obiettivo principale la valorizzazione del prodotto garfagnino. L’associazione vede Gianluigi Guidi nel ruolo uomo marketing del marchio dei produttori. "Siamo partiti dalle farine, dai formaggi e dai prodotti del sottobosco - spiegano Bacci e Guidi - e all’inizio eravamo cinque o sei e pensavamo solo ad avere una vetrina espositiva dei prodotti nella Fortezza di Mont’Alfonso. 
Oggi, siamo 26 produttori e abbiamo finalmente un negozio dell’associazione". E’ stata dunque una crescita veloce nonostante le difficoltà del momento, coronavirus in testa. L’associazione comprende produttori di diversi prodotti tipici e lavorazioni tradizionali garfagnine. 
"Si va - aggiungono Guidi e Bacci - dai produttori di granturco o formentone otto file a chi coltiva diverse varietà di grano, ai raccoglitori di castagne, fino ai proprietari di greggi che realizzano formaggi e altri derivati del latte. Ci sono poi gli apicoltori con una produzione di miele davvero imponente che raggiunge i trecento quintali annui. Si è innescato anche un meccanismo di nicchia che ci porta ad avere richieste di prodotti diventati rari in zona come per i fagioli secchi. 
Col negozio potremo mettere in vendita anche prodotti freschi come gli ortaggi. Il prossimo nostro obiettivo è partecipare a fiere e mercati di livello. Speriamo che nel 2021 si possano svolgere il Desco a Lucca e Garfagnana Terra Unica a Castelnuovo. Pensiamo anche ad una nostra presenza nell’importante mercato della Versilia, dove per ora siamo poco conosciuti. Oltre alle fiere, stiamo aprendo rapporti con i ristoranti. A questo riguardo abbiamo già avuto soddisfazioni a Lucca". 


La Nazione - Dino Magistrelli

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