martedì 27 ottobre 2020

L’altopiano della Vetricia

L’altopiano della Vetricia, Molazzana (LU)
Posto nel massiccio delle Panie tra i 1300 e i 1500 metri di altezza, nelle immediate vicinanze del rifugio “Rossi”, l’altopiano roccioso è un magnifico esempio di carsismo di superficie (processo dovuto all’azione delle acque d’origine meteorica sulle rocce principalmente di tipo carbonatico). Presenta ampie superfici calcaree scavate con profondi solchi paralleli, crepacci e abissi che presentano salti fino a 300 metri (Abisso Revel) in cui si possono osservare antiche incisioni rupestri. 

Vetricia plateau, Molazzana (LU) 
Located in the Panie massif between an altitude of 1300 and 1500 metres, very close to the “Rossi” shelter, the rocky plateau is a magnificent example of surface karst phenomena (a process due to the action of meteoric waters on the rocks mainly of carbonatic origin). It has large calcareous surfaces carved with deep parallel grooves, crevasses and abysses that feature jumps up to 300 metres (Abisso Revel) that uncover ancient rock ongravings.







Abisso Revel

Per altri post sulla Vetricia clicca qui.

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lunedì 26 ottobre 2020

La Croce di Petronio

La Croce di Petronio è una croce che si trova in una posizione spettacolare sotto la cresta N-NW del Pizzo delle Saette a 1561 m. slm.  La croce è stata posta in memoria di Sergio Petronio qua morto il giorno di Natale del 1951 in un tentativo in solitaria.


Questo è il percorso per raggiungerla. Attenzione, l'itinerario è difficile con passaggi esposti su roccette e zolle erbose!



Dal Rifugio Rossi si segue il sentiero CAI 126 fino alla Focetta del Puntone (m. 1611) dove scendiamo per un breve tratto la Borra Canala (CAI 139) fino al bivio per il Pizzo delle Saette (scritta su un sasso).



Seguiamo la traccia indicata da segni azzurri che attraversa in quota la pietraia della Pianiza, sotto il versante Ovest del Pizzo delle Saette. In questo tratto il cammino è malagevole in quanto, salvo alcuni brevi tratti, imponenti accumuli detritici e tavolati fratturati costringono a giochi di equilibrio. 



Quando la traccia svolta decisamente a sinistra (normale per la vetta), noi proseguiamo la traversata orizzontale, su buona, ma meno marcata, traccia con qualche ometto. 
Giungiamo così su un panoramico ripiano erboso che interrompe la cresta NE del Pizzo. 



Qui inizia la prima parte delle Cenge dei Partigiani: un buon sentiero tracciato nell’erba scende lievemente costeggiando in quota il versante Nord del Pizzo delle Saette. L’attraversamento di alcuni piccoli canali avviene con passaggi esposti su roccette e zolle erbose, dunque occorre molta cautela!




Giungiamo così alla Croce di Sergio Petronio (1561 m.) qua morto il giorno di Natale del 1951 in un tentativo in solitaria. Siamo nel bel mezzo della cresta N-NW, in una posizione spettacolare!



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Il compenso dell’Asd percepito dal figlio a carico

Tra i redditi da considerare per stabilire se un figlio è a carico, rientra anche il reddito indicato nella certificazione unica rilasciata da un’associazione sportiva dilettantistica?

Nel limite di reddito che occorre assumere per la qualifica di familiare fiscalmente a carico, fissato dall’articolo 12 del Tuir (Dpr 917/1986) in 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili, oppure in 4mila euro, se il figlio è di età non superiore a 24 anni, non rilevano i compensi erogati dall’Asd (associazione sportiva dilettantistica) per l’ammontare complessivo di 30.658,28 euro, in quanto questa somma, è esente da prelievo d’imposta fino a 10.000 euro e per la parte eccedente di 20.658,28 euro è soggetta a imposta sostitutiva. Rilevano invece i compensi che vanno oltre l’ammontare evidenziato, in quanto concorrono alla formazione del reddito complessivo del percettore.

Fonte: L'Esperto Risponde - Il Sole 24 Ore

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sabato 24 ottobre 2020

Concessioni abusive, cave di marmo e profitto: così muoiono le Alpi Apuane

Un bell'articolo del Corriere della Sera (Rita Rapisardi) sulla situazione delle nostre magnifiche Alpi Apuane.

Negli ultimi decenni le montagne sono state mangiate per scopi che poco hanno a che vedere con l’arte. Le battaglie degli attivisti: «Nessuno controlla le escavazioni fuori dai permessi, solo gli ambientalisti denunciano»

Cave sul Monte Cavallo (Foto di Gianluca Briccolani)


Difficile non pensare a un miracolo quando si parla di Alpi Apuane: un complesso di sessanta chilometri incastonato tra i bacini del Magra e del Serchio, in Toscana, che nasconde quello che per molti è un vero tesoro, il marmo. L’immaginario quando si pensa a questi luoghi, porta subito alla Pietà di Michelangelo, al duomo e alla Torre di Pisa, oggi le cose sono ben più drammatiche.

Negli ultimi decenni le montagne sono state letteralmente mangiate da poche multinazionali che poco hanno a che vedere con l’arte: il carbonato di calcio che esce dalle viscere dei monti, finisce nell’edilizia, alle industrie farmaceutiche e cosmetiche, in gomme, colle, manta e carta. L’80% del marmo fa questa fine, mentre solo il 19,5% per elementi di arredo e piastrelle e lo 0,5% è usato per scopi artistici. Un oro bianco che vale milioni di euro per le 600 cave attive (150 circa solo a Carrara), 80 dentro il Parco Regionale della zona. Ogni anno qualche milione di tonnellate è sbriciolato lasciando voragini che mai più potranno essere curate, come il continuo inquinamento delle falde acquifere sottostanti. Con i monti muoiono fauna e flora: qui sono state censite oltre 150 specie, il 50% di tutta la biodiversità della regione, alcune sono endemiche, esclusive di questi pendii.
Di fronte a tutto questo non tutti restano immobili, perché la storia delle montagne è quella delle persone che qui vivono.

Elia Pegollo, la memoria storica delle Apuane
La bianca pancia delle Alpi Apuane Elia, 82 anni, l’ha vista sin da bambino, grazie a suo padre cavatore per oltre sessant’anni «Quando il cavatore era un mestiere, loro parlavano alle montagne, oggi sono dei guidatori di macchine, affettano il marmo come burro», racconta l’ex insegnante di ragioneria originario di Casette, una frazione di Massa. Negli anni ‘50 un popolo di 16mila lavoratori, ora ridotto a meno di mille: «Dove sono finiti quei 15mila? Nessuno ha pensato alla meccanizzazione e a chi perdeva il lavoro». L’uomo nato nel 1938, è attivista sin da bambino - «Questo mi ha creato non pochi contrasti in famiglia», dice - questo l’ha portato in Africa e America Latina a difendere popoli e habitat minacciati dall’avarizia degli uomini. Ha alle spalle molte battaglie, una collezione di denunce e minacce, e poche vittorie: «Negli anni ‘90 abbiamo fatto chiudere le cave di Dolomia, per la sopravvivenza di Forno, un paese con una sola strada dove passava un camion ogni tre minuti».

Gianluca Briccolani, da alpinista ad attivista
«Per 13 anni sono stato un uomo egoista, poi tutto è cambiato». Inizia così il racconto di Gianluca Briccolani, uomo di montagna, prima come alpinista, poi come attivista. Dopo aver scalato cime impervie come quelle dell’Himalaya e del Perù, nel 2016 fa la traversata di tutte le Alpi Apuane: «Ho visto da vicino il disastro, prima venivo qui solo nei week end, per scalare. Ora ho smesso, mi impegno a fare filmati per denunciare pratiche illegali, porto tutto a carabinieri, forestale e Arpat». Gianluca ha un archivio con dieci milioni di scatti e video per ore, alcuni tornati utili anche in alcune indagini. Ogni due settimane sceglie un bacino estrattivo e cartina alla mano, esplora la zona. Tra le cave, il suo volto ormai lo conoscono tutti e non mancano le minacce: «Devo usare tecniche al limite del militare per non farmi vedere. Esco di notte, sto fuori anche per quattro cinque giorni, dormo in montagna, a volte nelle gallerie delle cave. Insomma faccio il lavoro sporco». E che porta rischi: «Quattro anni fa qualcuno manomise la ruota dell’auto di un attivista come me, per fortuna senza conseguenze». «Nessuno controlla le escavazioni fuori dai permessi, solo gli ambientalisti denunciano, neanche le guardie del parco, sono quattro per 20mila ettari». Quarantaquattro anni, un figlio di tredici, è maestro tappezziere a Firenze, nel negozio di famiglia. «I miei amici del club alpino vorrebbero il vecchio me, quello che scala, ma la mia non è una scelta, è un sentimento: finché non cambia qualcosa non smetto».

Franca Leverotti, la veterana delle Alpi Apuane
«Ho lavorato in tutta Italia, ma ogni estate sono tornata a Carrara, dove sono nata. Le montagne sparivano e i fiumi erano sempre più bianchi, come sessant’anni fa», docente di Storia Medievale, Franca Leverotti ha insegnato alla Bicocca di Milano, alla Normale per vent’anni, a Torino, Napoli e Roma. Ha lasciato la cattedra ordinaria a 61 anni per occuparsi esclusivamente di queste montagne, oggi ne ha 70: «Ho affrontato il problema con i mezzi che conosco, sono una storica e così ho iniziato ad andare in giro per archivi alla ricerca di documenti: mi sono accorta che molte delle concessioni date alle cave erano illegittime». La docente scopre infatti che mancavano alcuni pareri necessari a dare queste autorizzazioni, ma i sindaci le concedevano ugualmente. Non sta zitta, presenta documenti a procure e autorità chiedendo spiegazioni, ne ottiene due denunce: una, in fase di ricorso, dell’ex sindaco di Vagli, in provincia di Lucca, in cui le chiedono cinque milioni e mezzo di euro per danno all’immagine della città e l’altra da un industriale per calunnia e diffamazione, conclusasi. «Quando fui assolta il giudice disse che le mie segnalazioni erano tutte vere: quell’azienda stava scavando all’interno del parco. Per risolvere la cosa hanno spostato il confine». Grazie a Franca negli anni sono partite 30 denunce, grazie a una di queste si scopre un’evasione di 12 milioni di euro, ma la Procura le archivia quasi tutte: «Mi chiedo se ha senso vivere in Italia», racconta con una voce matura, ma ancora sferzante: «Questo accade nella civilissima Toscana, con il consenso politico di tutti».

Tommaso Fattori, il politico controcorrente 
Ma non tutta la politica tace. Anche se sia a destra che a sinistra il destino delle Alpi Apuane è ignorato. Ci ha provato Tommaso Fattori, con il suo gruppo Sì Toscana a sinistra, che all’esordio nel 2015 è entrato in Regione. Fattori è tra i fondatori del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, quello che ha poi portato al referendum del 2011 sull’Acqua bene comune. «Per chi si occupa di ambiente come me da una vita, le Alpi Apuane sono un caso emblematico di come uno sviluppo folle, basato solo sui profitti, distrugge un bene comune». La stampa lo ha definito “l’uomo dei record” per la sua intensa attività in consiglio: «Abbiamo portato la questione cave più volte, con valanghe di emendamenti per modifiche all’ultimo piano regionale cave (che ha innalzando le percentuali ammissibili di detriti all’escavazione, ndr), ma solo una minima parte è stata accolta», aggiunge Fattori, che racconta di come la politica non ha alcuna intenzione di chiudere le cave, neanche quelle dentro al parco: «C’è un’intenzione conservatrice su questi temi, ma si deve immaginare un modello produttivo diverso, non predatorio, in equilibrio con l’ambiente e che non dimentichi la giustizia sociale». A riguardo Fattori sottolinea come sia necessario pensare a economie diverse: «Sono riuscito a far provare una proposta per favorire i piccoli contadini e immetterli nel mercato locale, si può pensare al turismo, alle bonifiche o mantenendo qui più fasi della filiera del marmo».

Lorenzo e Linda, gli eredi di una battaglia 
“La distruzione non è arte”, questo hanno scritto su un telo calato giù da una cava gli attivisti di Athamanta. A smontare il mito che lega Carrara all’arte, oggi ci pensa il gruppo che porta il nome proprio di una specie endemica che qui cresce. Nato dieci mesi fa, ha unito le esperienze dei centri sociali a quelle delle associazioni ambientaliste locali, che il 24 ottobre, pur nei limiti del momento, ha indetto un corteo nazionale. «Qui c’è ancora voglia di cambiamento», racconta Linda Paternò, 29 anni, di Carrara, ingegnera in biomedicina, fresca di dottorato in ricerca biorobotica. Insieme a un gruppo di amiche un anno e mezzo fa ha lanciato Friday for Future Carrara, portando decide di persone in quelle strade che la sera ormai sono vuote. «A Carrara non ci sono né cinema, né teatri. L’offerta culturale è zero. Restano due o tre eventi all’anno finanziati dai big del marmo».

Accanto a Linda nell’attivismo e nella vita c’è Lorenzo Berti, 34 anni, della vicina Massa, agronomo laureato in architettura del paesaggio: «Da quando vivo qui con lei a Carrara, al mattino mi alzo e vedo solo distruzione. Da me non è ancora così, abbiamo le nostre belle montagne, ma temo un giorno non sarà più così». Lorenzo è attento a tutti temi ambientali: «Questo è un territorio martoriato, poche persone hanno proprietà di luoghi che sono beni comuni, come le montagne in Val Susa per la Tav o i nostri stessi i litorali. Molti giovani contano sulla stagione, l’inverno passa con i sussidi, una vita di precariato. Dei tanti soldi che girano pochi tornano indietro». La disoccupazione giovanile a Carrara è il triplo di quella nazionale.

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venerdì 23 ottobre 2020

Torna l’ora solare: ecco quando cambia. Ma dopo il 2020 sarà abolita l’ora legale?

Nella notte tra sabato 24 e domenica 25 ottobre lancette indietro di 60 minuti. Entro aprile i Paesi Ue dovranno decidere per l’abolizione o meno dell’ora legale.





Lancette indietro di un’ora, dalle 3 alle 2, nella notte sabato 24 e domenica 25 ottobre. Torna, infatti, l'ora solare. Potremo dormire un’ora in più ma perderemo sessanta minuti di luce al pomeriggio, che guadagneremo però la mattina. L’ora solare resterà attiva fino all'ultimo weekend del mese di marzo (tra sabato 27 e domenica 28 marzo 2021) quando torneremo a spostare in avanti le lancette. Poi occorrerà attendere aprile per sapere se il 2021 decreterà o meno la fine del cambio dell’ora, in vita da 54 anni. 

Poco più di due anni fa, tra luglio e agosto 2018, è stata avanzata la proposta di abolizione del cambio dell’ora: quasi cinque milioni di cittadini dell’Unione Europea hanno risposto a una consultazione, promossa a tale scopo dai Paesi nord-europei, capeggiati da Polonia e Finlandia. A esprimersi favorevolmente è stato il 76% dei votanti. Nella discussione che è seguita alla Commissione Europea non si è raggiunta una decisione univoca che accontentasse tutti i Paesi membri.

E' molto probabile che si vada verso una decisione a blocchi: i Paesi meridionali dell’Unione potrebbero tenere l’ora legale per tutto l’anno, quelli settentrionali manterrebbero invece per 12 mesi l'ora solare. L’Italia non ha ancora preso una posizione sul fatto di mantenere l’ora solare oppure di abolirla definitivamente, al contrario della Francia, che ha deliberato, dopo una consultazione popolare indetta dall'Assemblea Nazionale, di bandirla per sempre.

Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, a pochi giorni dal ritorno dell'ora solare ha diffuso i dati su quanto l'ora legale ha fatto risparmiare all'Italia in termini in energia elettrica. «Nei 7 mesi di ora legale l'Italia ha risparmiato complessivamente 400 milioni di kilowattora di elettricità, pari al consumo medio annuo di circa 150 mila famiglie, con un beneficio economico per il sistema di 66 milioni di euro».

Impatti positivi anche in termini di sostenibilità ambientale, con 205 mila tonnellate in meno di CO2 immesse in atmosfera. Il risparmio economico è calcolato considerando il fatto che quest'anno, nel periodo di ora legale, il costo del kilowattora medio per il cliente domestico tipo in tutela (secondo i dati dell'Arera) è stato di circa 16,5 centesimi di euro al lordo delle imposte.

Dal 2004 al 2020, secondo l'analisi di Terna, il minor consumo di elettricità per il Paese dovuto all'ora legale è stato complessivamente di circa 10 miliardi di kilowattora e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di 1 miliardo e 720 milioni di euro. Nei mesi di aprile e ottobre si è registrato, come di consueto, il maggior risparmio di energia elettrica. La spiegazione sta nel fatto che questi due mesi hanno giornate più corte in termini di luce naturale, rispetto ai mesi dell'intero periodo.

Fonte: La Stampa

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Nuovo logo turistico per "Garfagnana e Media Valle del Serchio"

Eccolo. E’ il logo che rappresenterà Garfagnana e Media Valle del Serchio e che ne accompagnerà le tante iniziative di promozione turistica. Una sorta di abbattimento delle rivalità da campanile vecchie di secoli.



Presentato ufficialmente nei giorni scorsi nella sede dell’Unione Comuni Garfagnana il nuovo logo, approvato e condiviso da tutti i 19 sindaci del territorio e dai rispettivi presidenti dell’Unione Comuni, da oggi è la cartolina che accompagnerà tante iniziativa turistiche di promozione della valle… del verde e del buono. 
Il nuovo marchio segna di fatto un momento storico in quanto unisce forse per la prima volta la Media Valle del Serchio con la Garfagnana, ma è stata una scelta logica, intelligente ma soprattutto conveniente per tutti poichè anche i comuni della bassa valle del Serchio potranno fregiarsi per le loro attività in ambito turistico del nome Garfagnana, un brand conosciuto e apprezzato non solo a livello nazionale, ma anche all’estero. Il nuovo marchio è caratterizzato dai colori più rappresentativi del territorio: l’azzurro del cielo e delle limpide acque dei torrenti, il verde dei prati e delle cime appenniniche. 
Da notare anche la presenza di un verde più profondo. Inoltre si possono notare gli archi del Ponte del Diavolo ma anche i tanti ponti che uniscono le verdi vallate della Garfagnana. 
In questo periodo così difficile e complicato per le persone e anche per le loro attività questa l’iniziativa è un segnale forte di rilancio del territorio dell’intera valle.

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giovedì 22 ottobre 2020

I Comuni della Garfagnana nel 1879


Dal libro Descrizione Geografica Storica Economica della Garfagnana del Cav. Raffaello Raffaelli 

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L'uomo di marmo


Le Alpi Apuane sono un colabrodo. Negli ultimi 30 anni è stato estratto più marmo che in duemila anni. Ci sono 165 cave attive e 500 dismesse. Ogni anno si producono 200 mila tonnellate di polveri di scarto.

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mercoledì 21 ottobre 2020

Ecco perché la Garfagnana EPIC è una delle manifestazioni più importanti per il territorio

Ecco la mia intervista a Garfagnana Dream.



L’evento a due ruote (a pedali) più duro che si veda da queste parti, e non solo, centra un altro grande successo nonostante le difficoltà del 2020
Prima di tutto vi consigliamo di segnarvi le date dell’edizione 2021, che si svolgerà nei giorni 29 e 30 maggio e la dritta che vi diamo è di approfittare del tempo per allenarvi, perché la Epic non fa sconti. Quest’anno non è stato semplice per l’organizzazione portare a termine l’evento, ma alla fine i numeri hanno dato ancora una volta ragione a una formula che permette al partecipante/turista di immergersi completamente nel territorio per scoprire tutte le meraviglie che questo ha da offrire. Con Daniele Saisi, presidente dell’associazione, abbiamo analizzato i numeri registrati e riflettuto sull’importanza della Epic a livello di promozione della zona. 

Daniele abbiamo visto che alla fine qualcuno si è presentato per questa Epic ed Epic Day 2020…
Sì, siamo molto contenti per come è andata questa edizione, soprattutto se pensiamo alla situazione di qualche mese fa. Alla fine i partecipanti alla Epic hanno raggiunto quasi quota 300, mentre la Epic Day ha toccato a sua volta un buon numero di iscritti. Al centro dei nostri pensieri c’è la versione più tosta, quella che si svolge su due giorni, ma è logico che se vogliamo richiamare ancora più appassionati la Epic Day sia un’occasione d’oro visto che logisticamente è più snella quanto a gestione.

Proprio riguardo ai partecipanti ci sono dei dati interessanti…
Vero, le statistiche indicano che circa il 50% degli iscritti rispetto al 2019 è “nuovo”, nel senso che partecipano alla Epic per la prima volta. Il resto della percentuale si divide tra chi ha partecipato a 2 o 3 edizioni e chi ha partecipato l’anno precedente. Da una parte assistiamo quindi a una sorta di ricambio, mentre a oggi sono circa 20 le persone che hanno preso parte a tutte le uscite della Epic. Il primo dato è ovviamente quello più interessante per noi e quello che testimonia lo “stato di salute” dell’evento, dimostrando come man mano il nome si stia espandendo.

Chi è che è arrivato da più lontano?
Purtroppo per via del Covid quest’anno sono mancati alcuni stranieri. Chi ha fatto più chilometri per partecipare sono due persone proveniente da Danimarca e Inghilterra. Lo scorso anno si sono presentati dalla Russia, ma abbiamo visto anche francesi, tedeschi, olandesi e belgi nel corso degli anni. I partecipanti italiani arrivano principalmente dalla provincia di Lucca, mentre l’Emilia Romagna si conferma come territorio in cui la Epic ha fatto più conquiste per il momento. Abbiamo avuto anche appassionati provenienti da Roma e ogni anno riescono sempre a coinvolgere amici. Per adesso diciamo che ci siamo radicati più nel centro nord, ma siamo ancora giovani c’è tempo per farsi tanti nuovi amici.

Qual è il feedback dei partecipanti una volta tagliato il traguardo (chi ci arriva)?
Abbiamo ricevuto molti complimenti per l’organizzazione e per come l’evento è strutturato. Qualche strigliata è arrivata da parte di chi sostiene che il percorso sia troppo duro e che alcune discese siano parecchio difficili, anche se, in tutta sincerità, queste sono le critiche che ci fanno sorridere di più. Dall’inizio volevamo un evento che avesse il sapore della sfida, che davvero regalasse il gusto della soddisfazione a chiunque fosse in grado di portarlo a termine. Per noi la Epic è questo, non può essere alla portata di tutti e non può essere la passeggiata della domenica con gli amici.

Però non sarà mai una gara, giusto?
No, esatto non sarà mai competitiva per diversi motivi. In primis a noi non piace l’idea di competizione applicata a un evento volto a far scoprire il territorio.Vogliamo che le persone si divertano, abbiano la possibilità di fermarsi tranquillamente a un ristoro, scattare un foto per il concorso che proponiamo ogni anno e in generale far sì che possano godersi tutti gli scorci che questo posto ha da offrire. Una gara inoltre prevederebbe responsabilità diverse, autorizzazioni, medici e ambulanze sul percorso e quindi la già complessa logistica rischierebbe di non riuscire a reggersi più in piedi.

Il concorso fotografico è per i partecipanti o per il pubblico?
Esclusivamente per i partecipanti ed è un concorso che va avanti dal 2015. Ognuno può inviare fino a un massimo di quattro foto che saranno valutate dal circolo Fotocine Gargafagnana. Ovviamente ci sono anche premi in palio per i primi 3 classificati. Il primo posto prevede 1 fine settimana in Garfagnana, che viene offerto da un agriturismo ogni anno diverso, il secondo è sempre un wee kend, ma il vincitore è atteso presso una struttura balneare di Viareggio e per il terzo classificato c’è un cesto di prodotti tipici messo in palio da Garfagnana Coop.

Sappiamo le date della prossima edizione, ci sono novità?
Sul calendario bisogna segnare il 29 e il 30 maggio, mentre per quanto riguarda le novità diciamo che abbiamo in mente più idee per la Epic Day. Quest’anno ha riscosso un grandissimo successo, ma non abbiamo raggiunto i crinali dell’Appennino e per il 2021 vorremo toccare i 1.800 metri. Il percorso è già on line sul nostro sito e in breve si può dire che invece di 4 salite e 4 discese ci sarà una sola salita e una sola discesa. La Epic classica, invece, punta in alto, visto che vogliamo arrivare sul monte Prado, la cima più alta della Toscana, ma dobbiamo ancora verificare la fattibilità. Sicuramente ci sarà da tribolare molto più dell’anno scorso.

Cosa rende la Epic così speciale?
Personalmente credo che oltre al fattore sportivo quello che ha permesso alla manifestazione di andare avanti e riscuotere tanto successo è il senso di partecipazione che genera in tutta la comunità. Sentire gli abitanti delle frazioni o dei piccoli borghi che ci chiedono di passare dal loro abitato, vedere quelli coinvolti che preparano punti ristoro senza che nessuno chieda niente e ancora altri semplici gesti come striscioni per salutare il passaggio della Epic. Ancora più soddisfazione arriva dal fatto che gli stessi abitanti ci dicono che dopo il passaggio dell’evento ci sono molti ciclisti che tornano a battere quei sentieri animando un po’ le varie zone.

Perché è importante insistere adesso?
Ci troviamo in un momento storico un po’ controverso. Da una parte la pandemia ha messo in ginocchio settori interi, ma ha dato modo a un territorio come la Garfagnana di attrarre una miriade di persone che negli ultimi anni si erano allontanate dall’idea di trascorrere del tempo in questi ambienti. Soprattutto il cicloturismo ha avuto un boom incredibile, aiutato dal fatto che oggi le bici a pedalata assistita consentono praticamente a tutti di macinare chilometri anche in alta montagna. Abbiamo bisogno che gli enti si prendano cura con costanza della sentieristica e che le strutture ricettive comincino a offrire servizi come colonnine per la ricarica delle batterie delle biciclette. Il nostro terrtitorio da solo è in grado di garantire afflusso turistico e opportunità per tutti, bisogna fare un piccolo passo per consolidare il turismo, soprattutto quello esperienziale, come realtà.

Non ci vuole molto per capire come la Epic rappresenti una vetrina di inestimabile valore per tutta la Garfagnana. Il turismo esperienziale è a oggi una delle risorse su cui puntare di più per lo sviluppo dei prossimi anni e passi avanti concreti possono essere fatti solo operando investimenti ed adeguamenti uniti a una comunicazione efficace. Lunga vita alla Epic!

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martedì 20 ottobre 2020

La ferrata del Monte Forato con drone


La ferrata Renato Salvatori percorre la cresta sud-est, che collega la Foce di Petrosciana alla cima meridionale, del Monte Forato. La via è facile, presenta qualche passaggio tecnico solo all’inizio. In alcuni tratti occorre procedere con molta attenzione perchè la cresta è sottilissima con pareti verticali su entrambi i lati; nei tratti di arrampicata la roccia è buona; per la bassa quota e l’esposizione favorevole, con adeguate condizioni meteorologiche è un itinerario che si presta benissimo ad essere percorso anche nei mesi invernali.

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sabato 17 ottobre 2020

venerdì 16 ottobre 2020

Presentata l'APP Junker per la raccolta dei rifiuti

Ieri mattina alla sede di GEA a Castelnuovo di Garfagnana, è stata presentata a tutti i Comuni serviti da GEA per la raccolta dei rifiuti, la piattaforma e APP Junker. 
La APP è scaricabile gratuitamente da GooglePlay o AppleStore ed è personalizzata in base alla zona di residenza. 
La funzionalità principale, è quella di aiutare le persone a differenziare correttamente il materiale. 
E' possibile ricercare per nome del prodotto, per codice a barre tramite fotocamera del telefono, o semplicemente scattando una foto: il software riesce a riconoscere l'oggetto e fornisce le informazioni per il corretto smaltimento. 
Un'altra importante funzione che è stata attivata, è quella di segnalazione di abbandono rifiuti, basterà scattare una foto tramite la APP e inviarla, la segnalazione sarà ricevuta dal personale GEA con la vostra posizione e sarà possibile programmare il recupero, ed attivare eventuali indagini. 
Per chi non l'avesse ancora fatto, scaricatela!


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Ripartizione raccolta fondi "Riparti Gallicano"

Con "Riparti Gallicano" i Gallicanesi avevano donato 6.452,99 euro ai quali, grazie in particolare all'impegno dell'assessore Raffaella Rossi e all'ufficio finanziario, erano stati aggiunti euro 19.103 dal bilancio comunale. Il totale di 25.555,99 è stato ripartito, come da foto, fra le attività commerciali presenti sul territorio che hanno partecipato all'apposito bando. 



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lunedì 12 ottobre 2020

Video promo della Garfagnana EPIC

Un altro bellissimo video della Garfagnana EPIC 2020 realizzato da Giovanni Brega... con un finale da batticuore!!

 

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venerdì 9 ottobre 2020

Paolo Crepet e premio letterario “Essere donna oggi” - Gallicano 10 e 11 ottobre

Ecco gli eventi in programma per questo fine settimana a Gallicano: 

Sabato 10 ottobre ore 17.00 presso la sala Guazzelli: Paolo Crepet! 
l’evento sarà trasmesso anche in DIRETTA FACEBOOK sulla pagina Premio Letterario Essere Donna oggi 

Domenica 11 ottobre: ore 15.30 presso la sala consiliare: premiazione concorso letterario “Essere donna oggi 2020” con Alba Donati

 


 

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Con il drone sulla Pania della Croce

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martedì 6 ottobre 2020

La Pania Forata nella Guida della Garfagnana del 1904





Da Vergemoli s'impiegano per andarvi a piedi tre ore passando per la via della Petrosciana e poi per un viottolo dello Scalocchia. Essa fu prodotta per corrosione atmosferica nei calcari cavernosi. 

Così ne scrive il Bertini: "E' un ponte naturale di rocce, gettato là chi sa da quanti secoli, e sul quale pochi si arricciano a passare, essendo nel mezzo assai stretto e scabroso. A chi prendesse vaghezza di traversarlo, costui pensi prima se può fidarsi della propria testa e delle proprie gambe: un balenar d'occhi, il più lieve giramento di capo, un piede non ben sicuro basta per cadere nell'abisso di più centinaia di metri………… Se poi non vuole avventurarsi a quell'aereo passaggio, e si contenta della stupenda veduta che si ha, assisi sul ciglione del monte dinanzi all'apertura, allora gli parrà d'essere nella platea d'un teatro, e vedere per la bocca di quello strano proscenio un paesaggio grandioso, sublime, monti, rupi, villaggi, foreste e in fondo un cielo sereno, e il mare tranquillo riflettere con perpetuo tremolio i raggi del sole." 
Nel luogo dove furono abbandonate le cave del ferro vi sono due tane, meritevoli di essere visitate, e sono: La tana che urla e la tana del Pianello. 

Guida della Garfagnana - Anno 1904

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Congedo per quarantena scolastica: l'elenco delle compatibilità e incompatibilità

Con la circolare n. 116 del 2 ottobre 2020 l'INPS ha fornito le istruzioni sul congedo COVID-19 a favore dei lavoratori dipendenti per la quarantena scolastica dei figli di età fino a 14 anni.
Il congedo è stato introdotto dall'articolo 5 del decreto-legge 8 settembre 2020, n.111, per supportare i genitori lavoratori nella gestione familiare dei figli studenti in quarantena per essere venuti in contatto con soggetti positivi al Covid-19.
Prima di soffermarci sulle ipotesi di compatibilità e incompatibilità di questo congedo, è utile un breve approfondimento sul nuovo istituto nei suoi tratti generali, evidenziando alcuni passaggi rilevanti della circolare n. 116 del 2 ottobre 2020 e le ultimissime novità che arrivano dalla Commissione Bilancio del Senato, che ha concluso l'esame degli emendamenti al disegno di legge di conversione del decreto Agosto (AS n. 1925).

Congedo: ambito di applicazione, durata e indennizzo
Il lavoratore dipendente del settore privato, genitore (anche affidatario o collocatario di minore) di un figlio in quarantena scolastica, può chiedere al proprio datore di lavoro di fruire, in alternativa al lavoro agile o, se non può svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile, di un congedo indennizzato al 50% della retribuzione e per periodi collocati tra il 9 settembre 2020 e il 31 dicembre 2020. Il congedo è fruibile per tutti i periodi di quarantena scolastica disposti dal Dipartimento di prevenzione della ASL territorialmente competente per lo stesso figlio o per altro figlio convivente. Non hanno diritto al congedo i genitori lavoratori autonomi e i genitori iscritti alla Gestione separata INPS.
Il congedo può essere fruito anche da entrambi i genitori ma in modalità alternata.
L'indennità pari al 50% della retribuzione è erogata “in luogo della retribuzione” secondo le modalità previste per il pagamento diretto o a conguaglio delle indennità di maternità. Se erogata con pagamento diretto, l'indennità viene tassata costituendo reddito di lavoro dipendente imponibile ai fini fiscali (comma 2 dell’articolo 6 del D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917 (TUIR).

Compatibilità
Il genitore può fruire del congedo COVID-19 per quarantena scolastica del figlio convivente se l'altro genitore:
1) è in malattia. La presenza di un evento morboso, evidenzia l'INPS, potrebbe infatti presupporre un’incapacità di prendersi cura del figlio;
2) fruisce del congedo di maternità/paternità dei lavoratori dipendenti per figlio diverso da quello per il quale è disposta la quarantena;
Se a percepire l'indennità di maternità/paternità è un iscritto alla Gestione separata o un lavoratore autonomo, l’altro genitore lavoratore dipendente può fruire del congedo COVID-19 per quarantena scolastica per lo stesso figlio, solo se il genitore che fruisce di tale indennità di maternità/paternità stia prestando attività lavorativa durante il periodo indennizzabile;
3) è, negli stessi giorni, in ferie;
4) è, negli stessi giorni, in aspettativa non retribuita;
5) è un soggetto fragile (circolare del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministero della Salute, n. 13 del 4 settembre 2020) a prescindere dallo svolgimento o meno di attività lavorativa o dall’eventuale svolgimento di lavoro agile;
6) fruisce negli stessi giorni e anche per lo stesso figlio, dei permessi per assistenza di persona con handicap in situazione di gravità accertata (articolo 33, commi 3 e 6, della legge 5 febbraio 1992, n. 104), del prolungamento del congedo parentale (di cui all’articolo 33 del D.Lgs n. 151/2001) o del congedo straordinario di cui all’articolo 42, comma 5, del medesimo decreto legislativo;
7) se all’altro genitore convivente con il medesimo figlio riceve una pensione di inabilità o di invalidità;
8) se l’altro genitore, convivente con il minore, pur beneficiando di strumenti a sostegno del reddito quali ad esempio, CIGO, CIGS, CIG in deroga, assegno ordinario, CISOA, NASpI e DIS-COLL, abbia solo una riduzione di orario di lavoro, per cui continua a dover prestare la propria attività lavorativa, ancorché ad orario ridotto. Incompatibilità

Il congedo COVID-19 per quarantena scolastica dei figli è incompatibile:
1) con la fruizione, negli stessi giorni, del congedo COVID-19 per quarantena scolastica dei figli da parte dell'altro genitore convivente. In caso i genitori conviventi con il minore facciano entrambi richiesta del congedo per gli stessi giorni, l'INPS accoglierà la domanda presentata cronologicamente prima;
2) con la fruizione contemporanea (negli stessi giorni) del congedo parentale per lo stesso figlio da parte dell’altro genitore convivente con il minore. Nei giorni in cui non si fruisce del congedo COVID-19 per quarantena scolastica dei figli, è possibile fruire di giorni di congedo parentale;
3) con la fruizione contemporanea (negli stessi giorni) da parte dell’altro genitore convivente con il minore di riposi giornalieri per allattamento per lo stesso figlio (articoli 39 e 40 del D. Lgs n. 151/2001);
4) se l’altro genitore convivente con il minore è disoccupato o comunque non svolga alcuna attività lavorativa;
5) se l’altro genitore, convivente con il minore, non svolge alcuna attività lavorativa beneficiando di strumenti a sostegno del reddito quali ad esempio, CIGO, CIGS, CIG in deroga, assegno ordinario, CISOA, NASpI e DIS-COLL;
6) con la prestazione di attività lavorativa in modalità agile del richiedente o dell’altro genitore convivente con il minore negli stessi giorni di fruizione del congedo;
7) in caso di part-time e lavoro intermittente, durante le giornate di pausa contrattuale dell’altro genitore convivente con il minore;
8) in caso di fruizione del congedo di maternità/paternità dei lavoratori dipendenti per lo stesso figlio.

Compatibilità/ Incompatibilità per il congedo per quarantena scolastica - Quadro riassuntivo






Le novità dalla conversione in legge del decreto Agosto
La Commissione Bilancio del Senato, nella notte tra sabato e domenica scorsi, ha approvato, su proposta del Governo, l'emendamento 21.0.500 nel testo subemendato. Per quanto qui di interesse, l'emendamento trasfonde nel nuovo art. 21 bis del decreto Agosto le previsioni dell'art. 5 del DL. n. 111/2020, con una importante novità.
Al comma 4 dell'art. 21 bis, che prevede le situazioni di incompatibilità del congedo COVID-19 per quarantena scolastica e che recita "Per i giorni in cui un genitore fruisce di una delle misure di cui ai commi 1 o 2, ovvero svolge anche ad altro titolo l'attività di lavoro in modalità agile o comunque non svolge alcuna attività lavorativa, l'altro genitore non può chiedere di fruire di alcuna delle predette misure" (leggasi "Lavoro agile e congedo straordinario per i genitori durante il periodo di quarantena obbligatoria del figlio convivente per contatti scolastici"), sono aggiunte le seguenti parole "salvo non sia genitore anche di altri figli minori di anni quattordici avuti da altri soggetti che non stiano fruendo di una delle misure di cui ai commi 1 o 2".
La nuova formulazione della norma regola la situazione della presenza in famiglia di figli minori di 14 anni avuti da altri soggetti (si presume, diversi dal soggetto con il quale convive). L'INPS, con riguardo al requisito della convivenza, con la circolare n. 116 del 2020, ha spiegato che per avere diritto al congedo in commento il genitore deve essere convivente con il figlio per cui è richiesto il congedo per tutto il periodo di fruizione dello stesso e che la convivenza sussiste quando il figlio ha la residenza anagrafica nella stessa abitazione del genitore richiedente e concludendo che, qualora il genitore ed il figlio risultino all’anagrafe residenti in due abitazioni diverse, il congedo non può essere fruito, non rilevando le situazioni di fatto.
La nuova disposizione approvata dalla Commissione Bilancio del Senato sembra, invece, voler dare risposta proprio alle "situazioni di fatto" dando la possibilità di godere del congedo per quarantena scolastica anche per figli minori di 14 anni avuti da altri soggetti purchè questi ultimi non stiano fruendo (si presume, per lo stesso figlio) dello stesso congedo.

Fonte: IPSOA - Riccardo Pallotta

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lunedì 5 ottobre 2020

domenica 4 ottobre 2020

Itinerari in MTB: Gallicano - Castelnuovo - Molazzana

Un bel giro di 25 km tra Gallicano, Castelnuovo e Molazzana.
 

Ritrovo e partenza a Gallicano alle ore 8.30 direzione Fiattone (Broglio, Vizzano, La Barca). Poco prima del cimitero di Fiattone svoltiamo a destra in una bella strada sterrata che dopo poco si trasforma in un piccolo sentiero.
Dopo circa 2 km arriviamo a Palleroso. Dopo aver fatto il giro del paese ed essere saliti alla Torre, nei pressi della Chiesa di San Rocco, all'altezza di un garage arancione, prendiamo la sterrata in discesa a destra che ci porta a Novicchia e poi a Castelnuovo per i famosi "cento scalini".








Dopo un breve giro nel centro del capoluogo garfagnino, prendiamo la strada per Monteperpoli, proseguiamo per Montaltissimo e dopo circa 1,5 km svoltiamo a sinistra per la località Eremita. Seguendo le indicazioni della Via del Volto Santo, passiamo Chiesa di Santa Maria Maddalena, e raggiungiamo Cascio. Seguiamo ancora le indicazioni della VVS fino ad arrivare a Vescherana.





Qui svoltiamo a destra fino a raggiungere i Mulini di Molazzana. Evitiamo una vecchia frana passando a destra del torrente e saliamo a Molazzana. Per il bel sentiero del "Gufo", il cui imbocco è nei pressi del cimitero, scendiamo prima in località Tre Canali e poi al Broglio. Svoltiamo a destra e rientriamo a Gallicano dopo circa 2,5 ore. 




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sabato 3 ottobre 2020

Pasquigliora e dintorni, oggi, luoghi abbandonati



Pasquigliora e dintorni, oggi, luoghi abbandonati. 
Una volta, trent’anni fa, mi dicono, più di cento persone abitavano nelle case della zona, sparse qua e là per i pendii, seminascoste dai castagneti e dai faggi, disposte sui colli, abbarbicate su pei greppi rocciosi (come Trescala, con la sua vista che toglie il respiro, sui dirupi della Pania), o nascoste in luoghi orridi e ombrosi (come il Bovaio). 
C’era anche una bottega – nella casa oggi ridotta un rudere – vicina a Colle Panestra: ci vendevano fiammiferi, sigarette, sale, petrolio, chiodi, arnesi, qualche capo di vestiario, scarpe, le cose essenziali a chi viveva quassù fuori dal mondo. Da quello che mi raccontano i vecchi, le famiglie dovevano essere per gran parte sufficienti a loro stesse gran parte del cibo veniva prodotto sul posto. 
La castagna aveva un posto importantissimo nella dieta: gli alberi, molti di cui giganti secolari, erano tenuti con la massima cura, il sottobosco non arrivava mai a riprodursi, tra un colosso nerboruto e l’ altro, si stendeva un prato d’erbe rade e foglie misto a foglie secche, sul quale era facile in autunno raccogliere le castagne cadute dove nascevano rigogliosi i funghi. 
Ancora adesso sopravvivono qua e là delle casette basse munite d’una minuscola finestra, sono i metati nei quali si seccavano le castagne distese su delle cannicciate sopra un fuoco lentissimo e senza fiamme delle radiche dei castagni.......Ancora oggi, in certe condizioni speciali di luce solare, si notano i terrazzamenti che dominano qua e là in montagna, nonostante i contrattacchi del fuoco.
Certe scalinate di terrazze riempiono di meraviglia ed ammirazione, quando si consideri la ripidità del terreno, il numero dei gradoni, i luoghi disperati in cui si era andata a trasformare, a creare questa disperata campagna.

Dacia Maraini (figlia di Fosco Maraini) in "Dialoghi immaginari tra un padre e una figlia"  

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Sky Icarus - Garfagnana EPIC

 La Garfagnana EPIC nella prestigiosa trasmissione di Sky Icarus (puntata 42).

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giovedì 1 ottobre 2020

La storia di Giuseppina Furischi, uccisa a San Luigi negli anni '20



Sulla vecchia “Strada di Valico”, l’antica via che collegava Vallico a Gallicano, a poche centinaia di metri da San Luigi si trova una lapide che riporta questa scritta: 

Alla Santa memoria 
di Giuseppina Furischi 
sposa e madre esemplare 
dal proprio consorte quivvi 
crudelmente uccisa 
La famiglia 

Incuriosito da questo grave fatto di sangue ho iniziato a fare qualche domanda ai “vecchi” del posto. Giuseppina Furischi, sposa e madre di due figlie, fu crudelmente uccisa dal marito negli anni ’20. 

Quale fu il movente dell’omicidio? 

La storia narra che fu uccisa dal marito Goffredo Benelli per gelosia. Egli ricevette una lettera anonima, quando era in America per lavoro, nella quale c’era scritto che la moglie lo tradiva (sicuramente non era vero!). 
Al tempo c’erano le malelingue che facevano le satire sfottendosi con le rime. 
La storia dice che a scrivere la lettera fu un ubriacone, un maligno che gli piaceva mettere zizzania. 
Si chiamava Gustavo Puccetti, aveva studiato per diventare prete, era intelligente, faceva le poesie e le satire. 
Pare sia stato lui ad inviare la lettera in America dove in rima scrisse che era stato a mangiare le susine in Chiusa (casa estiva dei coniugi)… e che susine! Si vantava di avere avuto una storia con Giuseppina, tanto è vero che tra poco il marito fucilava anche lui. Morì nel 1968 per un tumore allo stomaco dovuto all’alcol. 
Goffredo, ingelosito, tornò dall’America ed una mattina di ottobre-novembre partì di buon ora a piedi insieme a Giuseppina da Vallico Sopra per andare al metato a sgusciare le castagne. 
Arrivati nel punto dove ora c’è la lapide, il marito a tradimento gli squartò il petto con una fucilata poi scappò a Gallicano, per non essere linciato dagli zii della moglie, a costituirsi dai carabinieri. 
Lo misero ai lavori forzati all’isola di Procida, doveva scontare l’ergastolo ma poi per un’amnistia fu graziato. Tornò a vivere a Vallico, con una figlia, e morì a 95 anni nel 1979. 

La storia dice così…


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