martedì 21 agosto 2012

L'insetto-eroe che salverà le nostre castagne dal cinipide

Dal 2002 il cinipide galligeno sta distruggendo i castagneti.

Nel 2011 la produzione è calata dell'80%. Ma ora si spera nel Torymus, il nemico giurato del killer dei castagni.

Rilasciato all’interno di una vallata che, da Pisogne a Ponte di Legno in Lombardia, il Torymus sinensis, l’insetto antagonista del killer dei castagni lavora senza sosta. Mangia le larve deposte dal cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus), il parassita che dal 2002, partendo dal Cuneese, ha attaccato tutte le aree castanicole italiane, decimando i raccolti e costringendo all’importazione di castagne.

LOTTA BIOLOGICA - Per salvare i castagneti, le caldarroste e i derivati delle castagne dall’aggressivo cinipide galligeno (o vespa cinese), il lavoro del T. sinensis e della lotta biologica avviata con successo vent'anni fa in Giappone è l’unica soluzione. Dopo il raccolto disastroso dello scorso anno come si è evoluta la situazione? Qual è lo stato di salute dei castagni?

QUATTRO ANNI - «Lo scorso anno abbiamo avuto una flessione del 70-80% nella produzione di castagne e tutto a cause del cinipide, delle galle che produce e che inibiscono la fruttificazione. Dalle galle, che sono ingrossamenti sulle gemme e sulle foglie, in primavera escono le larve. Nel 2009 e soprattutto nel 2010, prima nella bassa valle e poi in quella alta, nelle zone interessate ai castagneti abbiamo rilasciato il Torymus, ma i tempi della natura sono lunghi: ci vogliono almeno quattro anni per vedere i risultati», spiega Germano Squaratti, direttore tecnico del Consorzio della castagna della val Camonica con sede a Pasparolo (Brescia). «Comunque quest’anno la fioritura in giugno è stata normale. Per la raccolta dobbiamo aspettare una quarantina di giorni», continua Squaratti, «ma, rispetto, allo sorso anno c’è stato un miglioramento dello stato di salute dei castagni e in previsione possiamo già dire che avremo un lieve calo dei prezzi delle castagne. Certo, abbiamo bisogno che il meteo sia clemente perché il castagno esige molta acqua e dunque speriamo nelle piogge abbondanti di settembre perché il raccolto sia buono».

ANCHE IN TOSCANA - Anche i castagneti della Toscana sono interessato dal cinipide galligeno: dalla Lunigiana fino al monte Amiata l'estensione della diffusione del parassita, secondo l’Associazione nazionale Città del castagno, è stimata sui 10-15 chilometri all'anno. Il presidente, Ivo Poli, dichiara: «Le attività di prevenzione sono minime, perché questo curcuglionide non si combatte con prodotti chimici, pertanto l'unica lotta attuale praticata è quella biologica. I primi risultati attendibili ci saranno entro due-tre anni, anche se già quelli attuali sono positivi».

L'IMPEGNO DELLE REGIONI - L’antagonista viene riprodotto e diffuso dall’Università di Torino dove le ricerche sulla lotta al cinipide sono state avviate dal 2003: molte Comunità montane hanno stipulato convenzioni con l’ateneo. Nel 2011 molte zone si sono attivate con il lancio del T. sinensis nei castagneti più infestati e alcune Regioni (Toscana, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, Sardegna) hanno realizzato campi di riproduzione controllata dell’insetto antagonista. Intanto il monitoraggio da parte dei tecnici ha mostrato nuovi insetti autoctoni antagonisti del killer dei castagni.

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