martedì 15 novembre 2011

Castagne: 90 per cento in meno di raccolta

Con il caldo torrido di fine estate si è verificato un forte anticipo di maturazione della castagne ma a fare danni è stato un 'insetto killer', il Cinipide galligeno del castagno, arrivato in Italia dalla Cina che ha già dimezzato la produzione italiana che detiene la leadership produttiva in Europa e si classifica al quarto posto nel mondo dopo Cina, Corea del sud e Turchia. A rischio 780mila ettari di bosco di castagno sul territorio con 34.160 imprese agricole che danno occupazione nell'intera filiera a centomila persone. L'allarme è stato lanciato alcune settimane fa dalla Coldiretti portando alla luce i problemi di un settore che nella nostra provincia si trova “in ginocchio” con il 90% in meno di raccolta e le conseguenti ripercussioni sull'economia della montagna. “Se non verranno presi provvedimenti efficaci- ha affermato Ivo Poli presidente dell'Associazione nazionale Città del Castagno- il problema si ripercuoterà poi nei prossimi anni, con l'aggravarsi delle infestazioni causate dal cinipide con il conseguente pericolo dell'abbandono dei castagneti da parte dei castanicoltori”.
Proprio per parlare di questo venerdì scorso si è tenuto, presso la Sala Consiglio della Comunità Montana della Garfagnana, un incontro divulgativo sui “danni e difesa” del Cinipide Galligeno del Castagno promosso dall'Associazione nazionale Città del Castagno. Nel corso dell'evento- a cui erano presenti singoli castanicoltori, tecnici e amministratori- è stato presentato il documentario sul cinipide galligeno finanziato dalla regione Piemonte e realizzato dalla Comunità Montana delle Alpi e del Mare di Cuneo, uno strumento divulgativo per la conoscenza e l'approfondimento del problema.
“Un momento di educazione e aggiornamento sul tema, per capire in modo semplice ed accessibile i problemi relativi alla coltivazione della castagna” lo ha definito Poli. Durante l'incontro è stato anche ricordato che il fenomeno è destinato, nei prossimi anni, ad aggravarsi a causa del ciclo biologico del cinipide. Inoltre i primi risultati auspicati per i primi effetti benefici della lotta biologica messa in atto dalla regione che dovrebbero aggirarsi intorno ai 4 o 5 anni.
“La presenza del castagno nella nostra provincia- ha dichiarato l'assessore provinciale alle politiche rurali Diego Santi a LoSchermo.it- è importante, non solo per l'aspetto economico della produzione, ma anche per i risvolti in ambito turistico e dal punto di vista idrogeologico; è fondamentale, quindi, mettere in atto tutto ciò che è possibile per far si che i nostri castagni resistano. Perché bisogna tener sempre presente che con l'attacco di questo insetto la pianta non muore, ma rimane in uno stato di sofferenza per cui necessita di essere curata continuando con le potature consuete, e laddove possibile, provvedendo ad una concimazione del terreno circostante. Da parte nostra, come provincia e enti competenti (Comunità Montana della Mediavalle,Comunità Montana della Garfagnana e unioni di comuni Versilia), con il prezioso aiuto dell'associazione Città del Castagno, abbiamo istituito un tavolo tecnico permanente per coordinare tutte le azioni in merito alla lotta che la Regione Toscana ha messo in atto tramite l' introduzione dell'antagonista del Cinipide ovvero il Torymus".
"Oltre al coordinamento- ha spiegato l'assessore- provvederemo ad istituire un osservatorio sull'evoluzione del fenomeno. Di grande rilievo, poi, il centro di riproduzione del torymus situato a Camporgiano, l'unico in Italia che sta dando risultati positivi per cui in un paio di anni fornirà insetti buoni da diffondere non solo nella provincia di Lucca, ma anche in quelle di Massa e Pistoia ( che insieme compongono l'area castanicola più grande d'Europa). Un appello a tutti gli operatori: è necessario perché si proceda uniti nella battaglia al Cinipide, poiché solo agendo in modo scientifico si potranno avere i migliori risultati: ogni singolo lancio di torymus infatti, deve inserirsi in un progetto che riguarda l'intera superficie castanicola e non è a vantaggio di quel luogo ma di tutti, come succede per le epidemie le cure devono essere somministrate correttamente, perché altrimenti si rischia che anche chi è curato si riammali poco dopo vanificando così tutta l'attività”.

Fonte: Lo Schermo - Nazareno Giusti

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