mercoledì 11 maggio 2016

Passeggiate sicure con l’elisoccorso. Ma sistema e prezzi variano tra le Regioni

 
Messi via sci e scarponi, ripartono le escursioni a piedi in montagna. Pur bene equipaggiati e preparati, in agguato può esserci sempre qualche rischio che comporti la necessità dell’intervento dell’elisoccorso. In questi casi, si sappia che il servizio non è più sempre gratuito. Alcune Regioni – in determinate situazioni – chiedono una sorta di rimborso spese. Altre, come la Lombardia e l’Abruzzo, stanno per aggiungersi.
Al di là delle differenze tariffarie o burocratiche, la filosofia è comune e ha lo scopo di frenare gli abusi: chi chiama il 118 senza reale necessità paga. E deve mettere mano al portafogli anche chi, secondo le valutazioni dei soccorritori, si è messo nei guai per propria colpa (imperizia, attrezzatura inadeguata, sopravvalutazione delle proprie capacità). Ma ecco come funziona e quanto può costare far intervenire i “soccorsi dall’alto”.
In pratica, basta una telefonata al 118 per mettere in azione la macchina dei soccorsi. Che in Italia sono ben coordinati e si svolgono a cura del Cnsas (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico), un “esercito” di 7.500 volontari che dopo aver seguito specifici corsi di preparazione sia a livello regionale sia nazionale, sono in grado di soccorrere chiunque possa trovarsi in difficoltà in ambiente montano.
 In Italia il soccorso alpino è quasi sempre gratuito, come pure l’intervento con l'elicottero. Fanno eccezione Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige Piemonte, Veneto e Lombardia.
 In Valle d’Aosta, in caso di intervento con l’elicottero immotivato o sproporzionato rispetto all’effettivo bisogno è richiesto il pagamento dell’impiego dell’elicottero o una sorta di compartecipazione alle spese di circa 115 euro al minuto fino a un massimo di 3.500 euro a persona per i cittadini Ue. Nulla è dovuto invece quando è necessario un ricovero in ospedale.
In Veneto si paga l’uso dell’elicottero, da 25 euro al minuto se il ferito è grave, ma il costo può salire fino a un massimo di 7.500 euro se la chiamata è per una persona illesa o quasi.
ll Trentino Alto Adige ha introdotto un sistema di ticket per l’elisoccorso: 30 euro per il recupero di un ferito grave, 110 euro per un ferito lieve senza ricovero, 750 euro per le persone incolumi.
Queste le tariffe in Piemonte in caso di chiamata immotivata: 120 euro per la sola chiamata all’elisoccorso più 120 euro per ogni minuto di volo. Per l’impiego delle squadre a terra stesso costo fisso di 120 euro per la chiamata più 50 euro dopo la prima ora di intervento di una squadra aggiuntiva.
La Regione Lombardia ha deciso nei mesi scorsi che se il soccorso è dovuto a “comportamenti imprudenti o negligenti” e se non segue un ricovero si dovrà contribuire alle spese sostenute per il recupero. Non sono però ancora state decise le tariffe, anche se pare certo uno “sconto” per i residenti in Regione.
Come cautelarsi contro questo tipo di rischi anche economici?
I soci del Cai possono contare sulla polizza compresa nella quota associativa (da 40 euro l’anno a seconda della sezione) che prevede - per tutta Europa – un rimborso di 40 euro per ogni minuto di utilizzo dell’elicottero. L’alternativa è tutelarsi con un’assicurazione individuale.
Per quanto riguarda i paesi vicini, meta di molti sportivi italiani, in Svizzera i costi di un intervento (attivabile con il numero 1414) e dell’assistenza sanitaria sono a carico dell’infortunato; se non si vuole rischiare di pagare l’intervento dei soccorritori, si può diventare soci sostenitori della Rega, la Guardia aerea svizzera di soccorso (www.rega.ch), con una spesa annuale di 30 franchi a persona.
In Austria, dove ci sono più di 11mila soccorritori a disposizione 24 ore su 24 (al numero 140) che operano da volontari a titolo onorifico nei sei stati federali dove ci sono montagne, per evitare sorprese basta versare un contributo annuale di 22 euro per diventare soci sostenitori del Soccorso alpino austriaco e in caso di intervento non ci saranno problemi di costi.
Per l’assistenza sanitaria, invece, basta la propria tessera sanitaria (la Carta regionale dei servizi).
 
Fonte: Il Sole 24 Ore - Monica Conforti

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