martedì 3 marzo 2015

Mobilitazione a difesa del piano paesaggistico

Dal sito www.salviamoleapuane.com


Il Piano Paesaggistico è un documento che regola il territorio della Regione Toscana, affrontando vari problemi delle zone di costa, della collina, delle montagne. Naturalmente, data l’importanza del territorio ed il problema che vi è, non poteva non essere centrale la questione delle Alpi Apuane e del marmo. A volere il Piano paesaggistico è stata, in accordo con il Presidente Enrico Rossi, l’Assessore Anna Marson che ha proposto un Piano che non prevedeva interventi riguardanti le cave di Carrara né di Massa ma affrontava il problema delle cave all’interno del Parco delle Apuane chiedendo di chiuderle ma proponendo un Piano di Sviluppo integrato alternativo al fine di non creare disoccupazione. Quelle cave, per capirci, che intaccano il Pizzo d’Uccello, il Corchia, la Focolaccia, la Tambura, Il Pisanino, il Forato, l’Altissimo che sono meraviglie della Natura. 
Il piano è stato, fra il 2013 e 2014, approvato dalla Giunta della Regione ma, subito dopo, si è scatenata una fortissima reazione degli industriali del marmo spalleggiati dai Comuni di Garfagnana, Lunigiana e Versilia (che hanno cave) e dalla maggioranza dei partiti politici. 
Così, nel Consiglio Comunale del luglio 2014 il Piano paesaggistico è stato fortemente cambiato, annullando ogni provvedimento che prevedeva di chiudere le cave nel Parco delle Apuane. Ma, con ciò, è stata cancellata anche la possibilità di avere un Piano di Sviluppo integrato che, per tanti Comuni della Lunigiana, Garfagnana e Alta Versilia sarebbe stato davvero importante ed utile.

Il Piano paesaggistico così cambiato e peggiorato tantissimo era però ancora in grado di dare qualche tutela alle Apuane: sopra i 1200 metri, nei circhi glaciali, nelle parti ancora integre delle cave, ecc. Ma, ancora una volta, in vista del 10 marzo, quando è prevista la votazione definitiva sul Piano, un settore del PD toscano, schierato dalla parte delle cave, ha “imposto” un maxiemendamento che cancellava anche quelle poche cose di tutela che erano rimaste nel Piano. 
In quel momento, addirittura, è sembrato che Anna Marson fosse cacciata dalla Giunta Regionale. E qui è successo l’inimmaginabile: indignati per la prepotenza di un’azione che voleva fare man bassa e prendere tutto, le associazioni ambientaliste, l’università, i comitati, i gruppi facebook, i cittadini amanti delle Apuane hanno reagito tutti uniti; sulla stampa nazionale e locale sono usciti articoli su articoli a difesa del Piano paesaggistico e delle Apuane; Rossi è stato attaccato duramente su facebook da centinaia di messaggi. E, così, ha dovuto fare marcia indietro e tornare ad un tavolo di trattativa. 
Ora questa discussione è in corso ma risultati importanti sembrano esserci. Tuttavia, per evitare altri “colpi di mano” abbiamo convocato la manifestazione presidio del 7 marzo e stiamo raccogliendo migliaia di firme su una petizione online.


E aspettiamo il 10 marzo, quando il Consiglio Regionale voterà, vigilando e fiduciosi che la ragione, finalmente, prevalga.

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