mercoledì 21 ottobre 2020

Ecco perché la Garfagnana EPIC è una delle manifestazioni più importanti per il territorio

Ecco la mia intervista a Garfagnana Dream.



L’evento a due ruote (a pedali) più duro che si veda da queste parti, e non solo, centra un altro grande successo nonostante le difficoltà del 2020
Prima di tutto vi consigliamo di segnarvi le date dell’edizione 2021, che si svolgerà nei giorni 29 e 30 maggio e la dritta che vi diamo è di approfittare del tempo per allenarvi, perché la Epic non fa sconti. Quest’anno non è stato semplice per l’organizzazione portare a termine l’evento, ma alla fine i numeri hanno dato ancora una volta ragione a una formula che permette al partecipante/turista di immergersi completamente nel territorio per scoprire tutte le meraviglie che questo ha da offrire. Con Daniele Saisi, presidente dell’associazione, abbiamo analizzato i numeri registrati e riflettuto sull’importanza della Epic a livello di promozione della zona. 

Daniele abbiamo visto che alla fine qualcuno si è presentato per questa Epic ed Epic Day 2020…
Sì, siamo molto contenti per come è andata questa edizione, soprattutto se pensiamo alla situazione di qualche mese fa. Alla fine i partecipanti alla Epic hanno raggiunto quasi quota 300, mentre la Epic Day ha toccato a sua volta un buon numero di iscritti. Al centro dei nostri pensieri c’è la versione più tosta, quella che si svolge su due giorni, ma è logico che se vogliamo richiamare ancora più appassionati la Epic Day sia un’occasione d’oro visto che logisticamente è più snella quanto a gestione.

Proprio riguardo ai partecipanti ci sono dei dati interessanti…
Vero, le statistiche indicano che circa il 50% degli iscritti rispetto al 2019 è “nuovo”, nel senso che partecipano alla Epic per la prima volta. Il resto della percentuale si divide tra chi ha partecipato a 2 o 3 edizioni e chi ha partecipato l’anno precedente. Da una parte assistiamo quindi a una sorta di ricambio, mentre a oggi sono circa 20 le persone che hanno preso parte a tutte le uscite della Epic. Il primo dato è ovviamente quello più interessante per noi e quello che testimonia lo “stato di salute” dell’evento, dimostrando come man mano il nome si stia espandendo.

Chi è che è arrivato da più lontano?
Purtroppo per via del Covid quest’anno sono mancati alcuni stranieri. Chi ha fatto più chilometri per partecipare sono due persone proveniente da Danimarca e Inghilterra. Lo scorso anno si sono presentati dalla Russia, ma abbiamo visto anche francesi, tedeschi, olandesi e belgi nel corso degli anni. I partecipanti italiani arrivano principalmente dalla provincia di Lucca, mentre l’Emilia Romagna si conferma come territorio in cui la Epic ha fatto più conquiste per il momento. Abbiamo avuto anche appassionati provenienti da Roma e ogni anno riescono sempre a coinvolgere amici. Per adesso diciamo che ci siamo radicati più nel centro nord, ma siamo ancora giovani c’è tempo per farsi tanti nuovi amici.

Qual è il feedback dei partecipanti una volta tagliato il traguardo (chi ci arriva)?
Abbiamo ricevuto molti complimenti per l’organizzazione e per come l’evento è strutturato. Qualche strigliata è arrivata da parte di chi sostiene che il percorso sia troppo duro e che alcune discese siano parecchio difficili, anche se, in tutta sincerità, queste sono le critiche che ci fanno sorridere di più. Dall’inizio volevamo un evento che avesse il sapore della sfida, che davvero regalasse il gusto della soddisfazione a chiunque fosse in grado di portarlo a termine. Per noi la Epic è questo, non può essere alla portata di tutti e non può essere la passeggiata della domenica con gli amici.

Però non sarà mai una gara, giusto?
No, esatto non sarà mai competitiva per diversi motivi. In primis a noi non piace l’idea di competizione applicata a un evento volto a far scoprire il territorio.Vogliamo che le persone si divertano, abbiano la possibilità di fermarsi tranquillamente a un ristoro, scattare un foto per il concorso che proponiamo ogni anno e in generale far sì che possano godersi tutti gli scorci che questo posto ha da offrire. Una gara inoltre prevederebbe responsabilità diverse, autorizzazioni, medici e ambulanze sul percorso e quindi la già complessa logistica rischierebbe di non riuscire a reggersi più in piedi.

Il concorso fotografico è per i partecipanti o per il pubblico?
Esclusivamente per i partecipanti ed è un concorso che va avanti dal 2015. Ognuno può inviare fino a un massimo di quattro foto che saranno valutate dal circolo Fotocine Gargafagnana. Ovviamente ci sono anche premi in palio per i primi 3 classificati. Il primo posto prevede 1 fine settimana in Garfagnana, che viene offerto da un agriturismo ogni anno diverso, il secondo è sempre un wee kend, ma il vincitore è atteso presso una struttura balneare di Viareggio e per il terzo classificato c’è un cesto di prodotti tipici messo in palio da Garfagnana Coop.

Sappiamo le date della prossima edizione, ci sono novità?
Sul calendario bisogna segnare il 29 e il 30 maggio, mentre per quanto riguarda le novità diciamo che abbiamo in mente più idee per la Epic Day. Quest’anno ha riscosso un grandissimo successo, ma non abbiamo raggiunto i crinali dell’Appennino e per il 2021 vorremo toccare i 1.800 metri. Il percorso è già on line sul nostro sito e in breve si può dire che invece di 4 salite e 4 discese ci sarà una sola salita e una sola discesa. La Epic classica, invece, punta in alto, visto che vogliamo arrivare sul monte Prado, la cima più alta della Toscana, ma dobbiamo ancora verificare la fattibilità. Sicuramente ci sarà da tribolare molto più dell’anno scorso.

Cosa rende la Epic così speciale?
Personalmente credo che oltre al fattore sportivo quello che ha permesso alla manifestazione di andare avanti e riscuotere tanto successo è il senso di partecipazione che genera in tutta la comunità. Sentire gli abitanti delle frazioni o dei piccoli borghi che ci chiedono di passare dal loro abitato, vedere quelli coinvolti che preparano punti ristoro senza che nessuno chieda niente e ancora altri semplici gesti come striscioni per salutare il passaggio della Epic. Ancora più soddisfazione arriva dal fatto che gli stessi abitanti ci dicono che dopo il passaggio dell’evento ci sono molti ciclisti che tornano a battere quei sentieri animando un po’ le varie zone.

Perché è importante insistere adesso?
Ci troviamo in un momento storico un po’ controverso. Da una parte la pandemia ha messo in ginocchio settori interi, ma ha dato modo a un territorio come la Garfagnana di attrarre una miriade di persone che negli ultimi anni si erano allontanate dall’idea di trascorrere del tempo in questi ambienti. Soprattutto il cicloturismo ha avuto un boom incredibile, aiutato dal fatto che oggi le bici a pedalata assistita consentono praticamente a tutti di macinare chilometri anche in alta montagna. Abbiamo bisogno che gli enti si prendano cura con costanza della sentieristica e che le strutture ricettive comincino a offrire servizi come colonnine per la ricarica delle batterie delle biciclette. Il nostro terrtitorio da solo è in grado di garantire afflusso turistico e opportunità per tutti, bisogna fare un piccolo passo per consolidare il turismo, soprattutto quello esperienziale, come realtà.

Non ci vuole molto per capire come la Epic rappresenti una vetrina di inestimabile valore per tutta la Garfagnana. Il turismo esperienziale è a oggi una delle risorse su cui puntare di più per lo sviluppo dei prossimi anni e passi avanti concreti possono essere fatti solo operando investimenti ed adeguamenti uniti a una comunicazione efficace. Lunga vita alla Epic!

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