giovedì 5 maggio 2011

L’amministrazione comunale di Gallicano e la logica dell’ "Aringa rossa"

Dal sito di Gallicano c'è


Nei paesi di cultura anglosassone, quando viene utilizzata  logica fallace nel tentativo intenzionale di confondere o distrarre l'interlocutore, si è soliti chiamarla red herring ("aringa rossa"). L'espressione deriva dall'usanza di salare e affumicare le aringhe (che con questo trattamento diventano rosso brunastre) per conservarle a lungo. Durante le campagne di caccia le aringhe affumicate distraevano i cani dalla traccia, e potevano essere usate da altri cacciatori per sviare i cani dei concorrenti su false piste (vedi wikipedia).
Dal  comunicato  apparso sul sito del comune di Gallicano e dall’articolo di giornale pubblicato sul Tirreno nei giorni scorsi, possiamo estrarre in sintesi le seguenti affermazioni:
·         La combustione incontrollata sui terreni agricoli provoca effetti pesanti  sulla qualità dell’aria in Provincia di Lucca
·         Stufe e caminetti producono molte polveri  che si diffondono in atmosfera e 1000 caminetti inquinano più di 2 ciminiere (presumiamo Biomasse Alce + Biomasse Gallicano)
·         Le emissioni che produrrebbe l’impianto di Gallicano, sarebbero stimate in 1,25 t di polveri,  trascurabili per il nostro territorio, e sarebbero largamente compensati con la sostituzione di caldaie, stufe e caminetti
·         L’amministrazione si è impegnata per un monitoraggio su vasta scala sulla qualità dell’aria
Dopo aver appreso  queste informazioni  cosa potrebbe pensare una persona comune? Che forse hanno fatto bene a voler costruire un impianto a biomasse ..... ma sarà così ? Dove si nasconde “l’aringa rossa”?
La tecnica della distrazione è la seguente:  si fa credere che ci sono dei problemi sul nostro territorio (combustione incontrollata  agricola e caminetti) e che il nuovo impianto li risolverà magicamente, e tutto avverrà sotto stretto controllo effettuato addirittura su larga scala.
Che la combustione incontrollata sui terreni agricoli sia un problema anche nel comune di Gallicano, ci sembra poco probabile, non è che girando per il comune si trovino molte aziende agricole o grandi campi. Seconto dati ARPAT ("La qualità dell'aria in Provincia di Lucca" Dicembre 2010) nella provincia di Lucca, l’incidenza media dell’agricoltura sui PM10 è solo del 2%, ad occhio e croce in Garfagnana siamo sotto la media. Ma anche se ci fosse del materiale agricolo da bruciare, supponiamo  a Trassilico che non possa andare a finire nel bidone di raccolta degli sfalci e potature, a chi spetterebbe il trasporto dal campo (magari distante dalla strada)  all’impianto di Gallicano?
E’ senza dubbio vero, che stufe e caminetti di vecchia generazione  inquinano parecchio dal punto di vista delle emissione polveri sottili,  e diciamo pure che 300 caminetti usati per scaldare una casa, inquinano di più (per quanto riguarda le sole polveri) di un impianto a biomasse con filtri efficienti come quello che si vuol fare a Gallicano. La stessa affermazione non è vera per quanto riguarda gli altri inquinanti (NOx, CO, SO2, ecc.) e la motivazione è evidente:  se nei nei caminetti si bruciano 1500-2000t di legna all’anno e  nell’impianto se ne bruciano 15.000-18.000t (10 volte tanto),  i filtri fanno il loro mestiere solo sulle polveri più grossolane, ma  gli altri inquinanti non possono magicamente sparire.

Per  quanto riguarda l’affermazione “le emissioni dell’impianto di Gallicano..... sarebbero largamente compensati con la sostituzione di caldaie, stufe e caminetti”,  l’amministrazione ci vuol dire che l’impianto inquina in modo trascurabile (secondo loro)  ma che comunque certamente saranno compensate dallo spegnimento di altri impianti di riscaldamento.
Facciamo un pò di chiarezza
Se venissero spenti  300 caminetti utilizzati come fonte primaria di energia per il riscaldamento delle case, per quanto detto prima diminuirebbe l’inquinamento da polveri (nei mesi invernali) ma aumenterebbe tutto l’anno l’inquinamento degli altri inquinanti.
Spegnendo invece 300 caldaie a gas (che inquinano molto meno rispetto alla legna  sotto tutti i punti di vista) invece avremmo un peggioramento emissivo di tutti gli inquinanti .
Già 1 anno fa avevamo presentato delle osservazioni in merito a quanto detto prima, sia alla Provincia che all’ARPAT, in cui mostravamo vari scenari. I calcoli erano stati fatti ponendoci nelle condizioni ottimali di funzionamento per l’impianto a biomasse e nella condizione ideale teorica che tutta l’energia termica prodotta fosse utilizzata e non sprecata.
Nelle seguenti tabella sono rappresentati  2 scenari, nel primo si ipotizza di sostituire solo caldaie a metano, nel secondo caldaie a metano (70%) e gasolio (30%). Nell’ultima riga si può leggere il bilancio emissivo, cioè quanto emette il nuovo impianto al netto delle emissioni che risparmierei con lo spengimento delle caldaie.
Emissioni
NOx (kg/anno)
CO (kg/anno)
PM (kg/anno)
SO2  (kg/anno)
Emissione nuova Centrale a biomasse con teleriscaldamento
25.009
9.379
500
6.525
Emissioni Utenze sostituite
4.000
625
175
-
Bilancio emissivo (centrale – utenze)
+21.009
+8.754
+ 325
+6.525
Scenario 1 – sostituzione del 100% di caldaie a metano
Emissioni
NOx (kg/anno)
CO (kg/anno)
PM (kg/anno)
SO2  (kg/anno)
Emissione nuova Centrale a biomasse con teleriscaldamento
25.009
9.379
500
6.525
Emissioni Utenze sostituite
4.765
760
220
1.057
Bilancio emissivo (centrale – utenze)
+20.244
+8.619
+ 280
+5.467
Scenario 2 – sostituzione del 70% di caldaie a metano, 30% gasolio
I  numeri in rosso con un + davanti indicano un peggioramento  con la centrale in funzione.

Per quanto riguarda il monitoraggio  dell’aria, dobbiamo far notare almeno 3 cose:
·         La mozione in cui si richiedeva il monitoraggio dell’aria e dei terreni del nostro comune è stata presentata da Gallicano C’E’
·         Purtroppo ARPAT ha deciso di effettuare il solo monitoraggio dell’aria, fra l’altro non prendendo in considerazioni alcuni importanti inquinanti presenti nella nostra zona
·         Le nuove direttive ARPAT prevedono di installare gli impianti di monitoraggio in aree lontane dalle strade ad alta intensità di traffico e da fonti emissive puntuali (tipo industrie): in questo modo si ha la misura media del valore di fondo dell’inquinamento e non quello di quello massimo che può prodursi in una certa zona e che poi le persone respirano.
·         Un monitoraggio su larga scala, come lo definisce l’amministrazione, dovrebbe essere fatto in maniera continuativa per diversi mesi ed in diversi punti del territorio di Gallicano, ma questa soluzione risulta essere impraticabile visti i costi che comporterebbe

Che ne diresti di leggere un altro articolo a caso del blog? Potresti trovarlo utile e interessante!

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