lunedì 22 giugno 2009

Temi Palio di San Jacopo 2009

Tema unico assegnato dalla ProLoco:

"L'ISOLA CHE NON C'E' "

Rione BORGO ANTICO presenta:

L'ISOLA DI "ASAC"

Quando cerchiamo quello che non abbiamo o vogliamo credere vero anche quello che sappiamo non essere, diventiamo fragili al cospetto della Dea Illusione. La Dea che abita nei posti più diversi e nelle cose più diverse, come e perchè no, anche tra le pagine di un semplice giornale, dove, aiutata dalla fantasia delle parole, ti farà intraprendere, così, il viaggio verso l'isola che non c'è. Solcherai, allora, cento mari e toccherai mille terre e quando crederai che i sogni non possono vivere, segui la stella del tuo cuore, quella che brilla più di tutte e lei ti guiderà sull'isola di ASAC (leggila allo specchio) così capirai che il paradiso è dentro di noi, il sogno che cerchi è qui..........se lo vuoi.

Rione BUFALI presenta:

NEIATSLA

C’è un’isola del niente, tutta intorno a noi, che ci apparecchia facce di cartone e le finestre chiuse, sopra le strade vuote. Noi divisi, noi così lontani; soli nel possedere nelle televisioni accese, e non più altro che macchinari spenti. Questa è una storia vera ed è a ritroso, dall’isola del niente verso il trovarsi ancora tra amore e mani nel costruir domani. Così l’inizio: da bestia ad uomo e la ragione vinta dagli ingranaggi del potere; noi manichini automi che di monete han fame e vanità di piume dentro lo specchio vuoto. Un uomo ed una donna simili a voi nei tratti, vedranno il vero volto dell’isola del niente; insieme ne usciranno nel riscoprirsi insieme, portati al mare verso Neiatsla in cuore, con la certezza viva di sapere che Niente E’ Intorno A Te Senza L’Amore.

Rione MONTICELLO presenta:

L’ISOLA CHE NON C’E’

Il 2 luglio 1816: la Méduse, una fregata della marina francese, si incagliò su un banco di sabbia 160 chilometri al largo della attuale Mauritania. Il Comandante imbarcò 250 passeggeri su sei scialuppe di salvataggio lasciando le 139 persone fra equipaggio, sottufficiali e il medico di bordo su una zattera di 20x10 m., legata alle scialuppe dauna cima. In questo modo i superstiti iniziarono il viaggio verso la costa, ma, poco dopo l'inizio della navigazione, la cima venne tagliata e la zattera abbandonata al suo destino. Durante la tragica lotta con le insidie del mare la salvezza apparve più voltelà in fondo. Un piccolo punto all'orizzonte, quasi invisibile tra le onde dell'oceano. Per i naufraghi il desiderio ultimo di un approdo.

L'aspirazione, il desiderio, l'ambizione ma anche la brama, l'ingordigia e l'avidità sono sentimenti umani che guardano in avanti, inducono a camminare, puntano lontano o in alto. Ci spingono a lavorare duro e a non fermarci. Ci danno forza, coraggio, ardimento, accelerando il desiderio di raggiungere grandi risultati e nuovi traguardi. Ma non sempre il nostro cammino trova il suo fine, un'idea si concretizza o una voglia raggiunge il suo appagamento. La nostra insaziabile natura non si accontenta e un punto di arrivo è spesso un nuovo punto di partenza. Navighiamo, allora, fra le onde della nostra storia, in un viaggio alla scoperta dell’incontentabile voglia di superarci mettendo a nudo le nostre debolezze e la nostra vanità. Una lotta continua per superare i tempi delle scienze, le regole dell’uomo, le leggi della natura. Un ardimento tale da provocare perfino l’ira di Dio. Come i naufraghi della Méduse in un mare in tempesta, tra insidie e difficoltà, ci barcameniamo alla ricerca di un punto all’orizzonte, di un ultimo approdo, della nostra isola… un'isola che non c'è.

Che ne diresti di leggere un altro articolo a caso del blog? Potresti trovarlo utile e interessante!

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