lunedì 22 settembre 2014

Il riparto della TASI tra comproprietari

Due fratelli sono comproprietari al 50% (come eredi) di un immobile nel “Comune di Palodina”. Un comproprietario (mio fratello - TIZIO) vi ha stabilito la residenza ed è per lui abitazione principale. Per l’altro comproprietario (io - CAIO) è seconda casa.
Tra i due comproprietari non è stato stipulato alcun contratto di comodato, relativamente alla quota del 50% del non residente.
Come ci dobbiamo regolare per il pagamento della TASI?

Facciamo le seguenti ipotesi:
- l’appartamento non è classificabile nelle categorie A/1, A/8 od A/9
- Il Comune di Palodina ha stabilito per le prime case un’aliquota TASI pari al 2 per mille e per le seconde un’aliquota dell’1 per mille.
- La quota a carico del detentore è stata stabilita dal Comune di Palodina nella misura pari al 10%

a) TIZIO
TIZIO abita nella casa di sua proprietà, sia pure al 50%. Sulla metà di sua spettanza, ossia sulla metà del valore catastale della casa, TIZIO paga:
  • La TASI al 2 per mille in quanto vi sono soggette le abitazioni occupate dai possessori e compossessori.
  • La TASI, in ragione del 10% della tassa calcolata con l’aliquota dell’1 per mille, applicata sulla metà del valore catastale di spettanza di CAIO; TIZIO infatti risulta “detentore” a titolo gratuito di tale parte della casa (il presupposto impositivo della TASI è… la “detenzione”, a qualsiasi titolo, di fabbricati, ivi compresa l’abitazione principale…”)

TIZIO non paga l’IMU, dalla quale sono escluse le abitazioni principali non classificate in categorie A/1, A/8 e A/9.

b) CAIO
CAIO paga sulla metà di sua spettanza – ossia sulla metà del valore catastale della casa – sia l’IMU che la TASI. Quest’ultima è uguale al 90% della somma che risulta applicando alla metà del valore catastale l’1 per mille (l’altro 10% è a carico di TIZIO, “detentore” della casa).

La TASI è dovuta per la “detenzione” di un immobile “a qualsiasi titolo”. Non è quindi necessario scervellarsi circa l’individuazione del titolo (locazione, comodato, occupazione abusiva, o comodato di fatto come nell’esempio) in base al quale avviene la detenzione, nè di preoccuparsi che non ci sia un contratto scritto al riguardo.

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