domenica 29 novembre 2009

Risposta all'interrogazione di "Gallicano c'è" sul progetto Pantarei-Biomasse

Interrogazione sul progetto Pantarei/Biomasse
In rosso le domanda, in nero le risposte.

1) Con la realizzazione dell'impianto a biomasse l'impianto a metano della Pantarei verrà spento totalmente, parzialmente o per niente?
La società Pantarei non ha interesse a spengere l'impianto a metano in quanto continuerà a produrre energia elettrica, i fumi che produce continuerà a venderli alla società Verdeazzurro, l'acqua calda di raffreddamento continuerà ad alimentare la rete esistente con le utenze presenti oggi.

2) Se l'impianto a metano della Pantarei verrà spento totalmente quali fumi utilizzerà VerdeAzzurro per "essiccare" i rifiuti?
Assorbita dalla risposta precedente

3) Se l'impianto a metano della Pantarei verrà spento parzialmente, lo spegnimento avverrà solo quando l'impianto di bricchettaggio non sarà funzionante? Se no quando ed in base a quali criteri?
Assorbita dalla risposta precedente

4) Il comune acquisirà energia termica dall'impianto a biomasse tramite Pantarei e la rivenderà alle utenze allacciate al teleriscaldamento?
Il progetto che Pantarei sta predisponendo, oggi prodotto per la parte preliminare inoltrato con la richiesta delle autorizzazioni, prevede l'implementazione della rete di teleriscaldamento con l'utilizzo di energia termica derivante dall'impianto a biomasse e la stessa società gestirà la rete in questione, acquistando e poi rivendendo energia termica ai privati allacciati.

5) A quale prezzo sarà rivenduta l'energia termica alle utenze private?
La quantificazione del prezzo di vandita della energia termica da teleriscaldamento può essere fatta solo dopo aver prodotto il progetto esecutive dell'intervento, elemento necessario per la definizione finale della fattibilità economica e finanziaria del progetto. Si può ragionevolmente ipotizzare un risparmio, per i cittadini che saranno serviti dalla nuova rete di teleriscaldamento, che si aggira intorno al 30-40% rispetto all'utilizzo del gas metano.

6) Quale margine di guadagno prevede di avere il comune sulla rivendita di energia?
Per quanto detto sopra al momento non è possibile sapere quale potrebbe essere il guadagno o, per meglio dire, gli utili di Pantarei da questa operazione non essendo ancora pronta una progettazione che comprenda un quadro economico definitivo.

7) Nell'allegato A della Delibera numero 38 del 28/11/2008 si legge che il comune di Gallicano riceverà un "canone a titolo di ristoro per il posizionamento dell'impianto" dalla società costruttrice dell'impianto, per tutta la durata della convenzione. Di che importo stiamo parlando?
Il canone a titolo di ristoro per il posizionamento dell'impianto non è ancora definito e fa parte della trattativa in corso con la società "Feu de Bois".

8) Sul progetto presentato dalla società "FEU DE BOIS SOCIETA’ ENERGETICA S.R.L" si parla di un fornitore unico della Biomassa (cooperativa Terra Uomini Ambiente) che ha la maggior parte delle commesse di manutenzione boschiva in Provincia di Pisa e Livorno. Confermate che nell'impianto di Gallicano verrà bruciato solo cippato di legna vergine proveniente dalla pulizia dei boschi della Garfagnana? Come verificherete che si tratta di cippato di legna vergine proveniente dalla pulizia dei boschi della Garfagnana?
La società "Terra uomini Ambiente" è parte integrante della società costruttrice dell'impianto ed ha, oltre alle commesse per manutenzione boschiva in provincia di Pisa e Livorno, anche la gestione di circa 12000/15000 ettari di boschi nella Valle del Serchio. Pur non escludendo l'utilizzo di legna vergine proveniente da Pisa e Livorno ci parrebbe più saggio e più economico l'utilizzo di legna vergine dei nostri boschi. Evidenziamo altresì che il legname proveniente dalle provincie suddette è classificabile di "filiera corta". I criteri per la rintracciabilità della filiera saranno definiti da un apposito decreto attuativo.

9) Le 14000-18000 tonnellate di legna previste per l'impianto di Gallicano a che percentuale corrispondono della legna proveniente dalla Garfagnana utilizzabile da tutte le centrali a biomasse presenti o in progetto in Garfagnana?
La Garfagnana ha questa situazione:
38.000 ha boscati di cui:
27% castagno
24 % faggio
15% latifoglie
33% misto e conifere
Si calcola che ad ogni ciclo di ricrescita, 15 anni, dalla coltivazione del bosco è possibile ottenere 30 tonnellate di residui forestali per ettaro, senza contare la parte più nobile da ardere o da lavoro.

Quindi da questi 38.000 ha avremo:
38.000 x 30 = 1.140.000 tonnellate in 15 anni e quindi 76.000 tonnellate annue

Tutto questo in modo cautelativo, a cui si va ad aggiungere la produzione della Media Valle che non è inferiore a 30.000 tonnellate/anno.

La percentuale richiesta, quindi, calcolata considerando i soli residui forestali, è pari al 13-17%.

E' interessante al riguardo aggiungere anche questa informazione: la cooperativa TUA, oggi, invia 1 nave al mese alla centrale del Sulcis in Sardegna, ogni nave carica 3.000 tonn. e 2 bilici al giorno alla centrale di Scarlino, ogni bilico carica 30 tonn.

10) Esiste un coordinamento a livello Garfagnana/Media Valle/Provincia per lo studio sulla presenza/nascita di centrali a biomassa?
A questa domanda non sappiamo rispondere. Si può però dire che ogni progetto presentato deve dire dove e come si reperirà il combustibile necessario all'impianto stesso. La Provincia, in quanto organo competente per le necessarie autorizzazioni, sta preparando un quadro riassuntivo in merito.

Che ne diresti di leggere un altro articolo a caso del blog? Potresti trovarlo utile e interessante!

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