mercoledì 17 dicembre 2025

La piccola comunità è una grande famiglia

Dall'archivio della mia nonna Anita. 

La piccola comunità è una grande famiglia 
Passa un funerale. I gruppetti delle persone si ingrossano e si dipanano come matasse di seta gonfiate dal vento. 
I negozi socchiudono gli usci, i ragazzetti smettono di strillare, le donne si segnano e gli uomini si tolgono la berretta. 
Il corteo avanza lento e silenzioso, solo il salmodiare del Prete a cui fanno eco le voci sommesse e cadenzate dei processanti che masticano il loro latino. 
Avanti a tutti ci sono i Confratelli della Misericordia, numerosi ed anonimi, nelle lugubri, lucide cappe nere, col volto coperto da un ampio cappuccio, dal quale spuntano le occhiaie a mandorla, per permettere di controllare i passi; l’anonimato si rifà ai precetti sulla Religione che vuole che la Pietà e la Carità non abbiano volto. 
Sono preceduti da un grande stendardo, nero, ricamato, nel quale sono visibili le insegne della Confraternita, e le figurazioni della Morte in Cristo. C’è poi il carro con il feretro. A questo punto c’è da fare una distinzione di classi; la terza si riconosce dalla gualdrappa del cavallo, una semplice striscia nera con applicate due croci gialle; il carro è disadorno di fregi e di segni esteriori di ricchezza. Il carro di seconda ha il cavallo più vestito, a metà corpo, c’è qualche fregio e ci sono più fiori. Ma il carro di prima è veramente degno di un gran Morto: il cavallo è ricoperto interamente da un mantello nero, dove spiccano, gialle, grandi croci, il carro è lucido, ben fregiato; sulla testa del cavallo, come sui quattro angoli del carro, dondola un pennacchio, dal quale pendono dei cordoni gialli, terminanti con una nappa; è un grande onore riservato a personaggi di spicco, procedere ai lati del carro e sorreggere le nappe. Molti fiori, sia sul carro, sia portati a coppia, se corone, o da singoli, se cuscini. 
Tutti i partecipanti al corteo sono, rigorosamente, vestiti di nero, ed i parenti hanno il volto seminascosto da una veletta nera. Il lutto dura un anno quello da vestire in nero assoluto; durante questo periodo non si partecipa a feste né a cerimonie importanti, e nel caso che la povera orfanella dovesse essere ammessa alla Prima Comunione, avrebbe indossato il rituale abito bianco, sì, ma con una fascia nera al braccio, ed una collanina nera al collo. 
Gli uomini portavano la stessa fascia nera al braccio, ed un nastro nero sulla falda del cappello e la cravatta nera. 
Trascorso l’anno si poteva mettere il mezzo-lutto, cioè nero e bianco, viola o grigio scuro, e si poteva anche azzardarsi a togliersi le calze e a portare vestiti a mezze maniche. 
Si poteva anche giungere a rendersi un po’ di rossetto e farsi la permanente! E le vedove erano davvero “povere”, perché non avevano certo la pensione di reversibilità e dovevano provvedere a sfamare tante bocche, a crescere tanti figlioli! 
Ma la gente sapeva aiutare, discretamente, ed in paese, nessuna rimaneva mai abbandonata, perché la gioia ed il dolore di uno, era sentito da tutta la piccola comunità. 

Gallicano - Piazza Umberto

Gallicano, 26 Gennaio 1988

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