lunedì 9 luglio 2018

Speciale Palio di San Jacopo - Il personaggio: Dorando Donati - Monticello

E’ proprio vero quello che diceva Edmondo De Amicis: “Il vino aggiunge un sorriso all’amicizia ed una scintilla all’amore”. L’ amore per un rione e così è stato per Dorando Donati, uno dei pioneri del rione Monticello, già titolare delle omonime autolinee di Gallicano, un uomo eclettico, trascinatore, che ha saputo infondere quell’ispirazione perchè il tutto prendesse magicamente vita. Ma partiamo dall’inizio, partiamo da 45 anni fa, tutto cominciò al “Baretto” in Via Serchio, Dorando era uno dei suoi avventori e insieme ad altri amici passava parte del suo tempo libero fra un buon bicchiere di vino e le classiche quattro chiacchere.
In questo clima di simpatia si avvicinava la festa di San Jacopo e questo gruppo di amici ebbe una pensata tanto spontanea quanto geniale, perchè non allietare in qualche maniera questa ricorrenza?
 L’idea prese corpo e forma e nel 1970 Dorando Donati, il Felicino del Baretto (l’allora gestore del bar), il Ponsacco, L’Andalù, il Jack e l’Ippolito Battaglia crearono quello che fu il primo carro, se così si vuol chiamare, del rione Dinamite (come al tempo si chiamava il Monticello). Com’era fatto questo carro? Era un semplice carretto (nel vero senso della parola) agghindato alla bene meglio, trainato da un cavallino e con sopra una damigiana di vino da distribuire in allegria alle persone per le vie di Gallicano.
Il paese fu contagiato dall’idea di costruire dei carretti, infatti due anni dopo prese ufficialmente il via la sfilata dei carri allegorici che coinvolgerà tutti e quattro i rioni: Bufali, Monticello, Roccaforte e Strettoia. Oramai per Dorando e per i suoi amici (che a tutt’oggi possiamo considerarli senza mezzi termini “i padri costituenti” del rione) sbocciò definitivamente l’amore e la passione per questo rione e il suo palio. I primi carri del Monticello venivano costruiti in Via Serchio in quella che nei tempi andati era la rimessa delle diligenze prima e dei pulmini dopo della famiglia Donati (e che oggi vede l’abitazione del figlio Augusto).
Da quella che ormai era diventata la sede strategica del rione, “il Baretto”, venne inoltre l’idea di aggiungere al gruppo storico di amici anche Mannoni Carlo un vero e proprio mastro d’ascia, si dice che usasse l’ascia come pochi, che modellasse il legno come se fosse plastilina. Dalle mani del Mannoni nacque così la struttura del primo carro ufficiale che era un gigantesco bufalo, nato per irridere il rione rivale, ma prestò si presento un problema, come rivestire esternamente questo bufalo per farlo sembrare il più reale possibile?
Pensa che ti ripensa a Dorando venne il lampo di genio. Nel giardino della sua casa ombreggiavano maestose due palme dal tronco peloso, non c’era miglior soluzione che spelacchiare letteralmente queste piante per rivestire così il corpo del bufalo e così fu senza esitazione. In quel periodo non era come oggi che ogni rione seguiva un tema unico per tutti uguale, ma i primi carri di solito venivano costruiti per prendere in giro bonariamente gli avversari, come fu quella volta che la Strettoia nella sua sfilata presentò un pulmino che raffigurava Dorando Donati, tant’è che a questo pulmino di cartapesta nella parte anteriore gli furono aggiunti dei baffi di stile risorgimentale segno indistinguibile di Dorando.
Il clima a quel tempo che si respirava intorno al Palio era più casereccio e bonario e a sottolineare questo a fine palio il rione Strettoia donò questo carro a Dorando, proprio come si fa in guerra, nella grandi battaglie quando al nemico si rende l’onore delle armi. Il carro restò in bella mostra in Via Serchio per molto tempo. Purtroppo a pochi anni dalla nascita ufficiale del palio, Dorando ci lasciò per sempre, era il 1975 e il Monticello perse subito uno dei suoi padri.
Gli anni sono passati ma da lassù ogni 25 luglio il cuore di Dorando torna nuovamente a battere per il suo amato rione: il Monticello.
 
Paolo Marzi
 
Fonte: L'Aringo Il Giornale di Gallicano

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