lunedì 26 febbraio 2018

Donne imprenditrici agricole


Fino a pochi decenni orsono le aziende agricole erano sempre state gestite da conduttori uomini, mentre le donne avevano solo un ruolo marginale, anche se, oltre ad accudire la casa e la famiglia, coadiuvavano nell’azienda in prima persona..
Oggi invece le donne si sono ritagliate un ruolo primario nel mondo rurale, uno dei pochi, ma di grande importanza di cambiamento e innovazione, infatti è proprio la presenza femminile che risalta nella gestione delle aziende agricole.
E anche nel nostro comune abbiamo una bella testimonianza di imprenditrice in agricoltura, specializzata nel settore acquicoltura e ristorazione: Anna Lorenzi, una giovane che, insieme a una sorella e due fratelli, gestisce l’azienda di allevamento trote “La Jara”, lasciatagli dal padre, che aveva iniziato questa attività nel 1982.


Anna, sposata con tre figli, residente nella frazione di Perpoli, ogni mattina si reca presso l’allevamento ittico in loc. Crocette in Comune di Gallicano. Lei e un fratello, oltre ad allevare trote, gestiscono un agriturismo, poco distante dall’azienda, proprio vicino all’antico Eremo di Calomini.
Il loro lavoro consiste principalmente nell’allevare trote per la vendita, ma vengono anche consumate nel ristorantino tipico del loro agriturismo. Inoltre allevano polli, galline da uova, anatre e oche. Nel ricco menù dell’agriturismo i piatti serviti sono tutti a chilometro zero, perché preparati con i loro prodotti aziendali. Inoltre, insieme all’altro fratello e sorella, che gestiscono l’altra metà dell’allevamento trote, hanno un laboratorio di trasformazione del prodotto: filetto di trota e filetto di trota affumicata.
Un vanto imprenditoriale visto che, pur avendo una piccola produzione, è l’unica azienda dell’Italia Centro sud che produce filetti di trota affumicata. E anche queste prelibatezze si ritrovano nei vari piatti del ristorante come antipasti, primi e secondi, insieme alla antica, tradizionale e gustosa ricetta della trota marinata di Gallicano.
Particolare importanza e attenzione nella società odierna si meritano le caratteristiche organolettiche delle trote allevate nella Valle del Serchio. I nostri allevamenti di trote sono alimentati da acque pure e molto ossigenate dai torrenti di montagna con grandi sbalzi di temperature fra inverno ed estate, rispetto ai grandi allevamenti ittici del Veneto e del Lazio che hanno acque sorgive con temperature sempre costanti e tutto ciò comporta che per  produrre una trota di pezzatura commerciale che si aggira su tre-quattro etti di peso occorre un anno di tempo, mentre nei grandi allevamenti riescono ad ottenere lo stesso risutlato in circa sei mesi.
Questa diversità è data dal fattoche l’acqua dei nostri torrenti in inverno raggiunge temperature al di sotto degli otto gradi e con quelle temperature le trote non si alimentano. Inoltre i nostri allevamenti ittici della valle del Serchio, come pure i torrenti, sono immuni da due virosi che colpiscono le trote, la Setticemia emorragica (SEV) e Necrosi Pancreatica infettiva (NPI), meritandosi la certificazione europea di “zona indenne dalle malattie della trota (decisione n°2003/458/CE)”. Un riconoscimento che solo poche aree in Europa possono vantare. Tutto questo rende le trote, allevate nei nostri torrenti, eccellenti da tutti i punti di vista, sia sanitari che organolettici, portando beneficio salutistico nella nostra alimentazione, proprio perché sono pesci che vivono solo in acque incontaminate, prive diogni forma di inquinamento. La nostra trota contiene un basso contenuto di colesterolo e le sue carni sono indicate nell’alimentazione dei bambini.
Ma nonostante l’eccellente prodotto non mancano le difficoltà per gli allevatori. Ad oggi infatti, alcuni allevamenti ittici di trote in Garfagnana hanno cessato, e altri hanno ridotto la loro attività, a causa della calamità di forti piogge del 2013. Ci furono inondazioni, frane con conseguente riempimento delle vasche di terra e sassi portati dalla piena.
Anche l’allevamento ittico di Anna Lorenzi e fratelli fu fortemente danneggiato da questo evento calamitoso: la frana a monte del canale Ruffa, oltre a riempire le vasche da fango e detriti, non portò più acqua a sufficienza, causando la morte di tutte le trote in allevamento, compreso circa trenta quintali di trote adulte da riproduzione. Ancora oggi l’allevamento produce metà prodotto rispetto a prima dell’evento calamitoso 2013.
La sola speranza, come promesso da enti preposti, è il ripristino della frana sul torrente Ruffa, in modo da riavere acqua a sufficienza per le vasche a tutt’oggi vuote e poter finalmente riprendere a pieno l’attività.

Ivo Poli - L'Aringo il Giornale di Gallicano

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