mercoledì 20 luglio 2016

La Petrognola brinda con la linea a base di farro

E Petrognola brinda con la linea a base di farro


Il camionista Roberto Giannarelli aveva un sogno: creare un birrificio che utilizzasse l'antico frumento di cui è ricca la Garfagnana. Ha sperimentato, poi iniziato senza lasciare il primo lavoro. Ora la sa azienda fattura 700 mila euro.

Una nuova idea imprenditoriale può nascere da un’intuizione. Se poi quell’idea riesce a generare anche un business, in grado di trasformare una passione in un lavoro, è il massimo.
A Roberto Giannarelli, della Petrognola, questa scommessa è riuscita. In che modo? «Producendo una birra artigianale a base di farro», risponde il titolare dell’azienda di famiglia, 700 mila euro di fatturato, 5 dipendenti. Azienda che prende il nome da un piccolissimo paese ubicato nelle valli della Garfagnana, Lucca.
La birra, normalmente, si fa con il malto d’orzo. Oggi, soprattutto i brand internazionali, usano anche il mais. Ma il farro rappresenta una grande innovazione. «Contiamo di traguardare il milione di euro entro il prossimo anno, salvo imprevisti», puntualizza il mastro birraio. «Toscana, Liguria e Lazio sono oggi i nostri mercati di riferimento. Ma siamo presenti anche in Emilia, Lombardia e Veneto. Nel resto del Paese, a macchia di leopardo – aggiunge - . L’obiettivo è ora di espanderci prima in Italia, e poi all’estero dove peraltro già qualcosa facciamo, come in Australia, Giappone e Olanda». Per il birrificio la Petrognola, tutto ha inizio verso la metà del Duemila quando Giannarelli, di professione camionista, prova a realizzare il classico sogno nel cassetto. Il suo è quello di produrre una birra artigianale. Ma pensa di realizzarlo non in modo tradizionale, cioè usando la ricetta a base di orzo, bensì sfruttando un cereale antichissimo, il farro: quello a km 0, coltivato in ogni angolo delle valli della Garfagnana, in piccoli e piccolissimi appezzamenti, disseminati a cavallo tra la Toscana e la Liguria. E riconosciuto dalla Ue come prodotto Igp. «All’inizio, non sapevo nemmeno riconoscerlo- ironizza Giannarelli - Poi, mi sono informato e ho capito che con questo pregiato frumento avrei potuto produrre una birra diversa dalle altre. E mi sono buttato: non ho ricevuto alcun aiuto pubblico o finanziamento europeo. Ma il supporto di una banca, quello sì, che ha creduto nel mio progetto e l’ha finanziato.
All’inizio, producevo birra solo nei fine settimana, il resto del tempo continuavo a fare il camionista». La svolta sette anni fa, quando Giannarelli decide di dedicarsi anima e corpo alla sua idea. Decisione che paga perché in poco tempo la produzione aumenta, obbligando l’azienda a trasferirsi in un sito più grande per ospitare i nuovi macchinari: 6 fermentatori da 2000 litri che permettono una capacità produttiva di 6000 litri a settimana di birra, equivalenti a 3000 ettolitri l’anno. Una soffiatrice e una etichettatrice con cui si riesce a imbottigliare ed etichettare nello stesso tempo 4000 litri di birra al giorno. «Siamo partiti con un fermentatore da 100 litri», ricorda Giannarelli. Che oggi può vantare una linea di produzione di 13 birre: 6 al farro, di cui una al 100%; 4 al malto d’orzo; e 3 denominate “speciali»: l’Apa (American pale ale, reinterpretata con ingredienti statunitensi, in primo luogo il luppolo americano), la “Marron” (con le castagne), e la “Weizen” (51% farro, di cui una parte maltata e una cruda e 49% malto d’orzo).
«La birra bianca e ombrata al farro, insieme alla bionda al malto d’orzo, rappresentano le nostre ‘ammiraglie’ perché realizzano il 60% del fatturato », sottolinea Giannarelli.
La Petrognola fa parte di una galassia di circa 750 birrifici artigianali, concentrati soprattutto al nord e al centro del Paese, che anno dopo anno crescono in termini di fatturato, dimensioni, produzioni, volumi. Oltre il 60% di loro guadagna tra i 100 mila e gli 800 mila euro, oltre il 51% si avvale di personale a tempo indeterminato e i volumi di birra prodotti in media in un anno salgono a 445 mila ettolitri, pari al 3,3% degli ettolitri totali di birra prodotti in Italia (Fonte: Unionbirrai).
«La mia più grande soddisfazione – conclude Giannarelli – è quella di aver prodotto una birra al 100% farro, perché è un frumento più difficile da gestire rispetto al malto d’orzo se si rispettano certi parametri in fase di trasformazione. E poi perché il farro è più caro, costa in media 95 euro al quintale contro i 65 euro del malto d’orzo. Nonostante le difficoltà, l’esperimento è riuscito.
E lo testimoniano i premi ricevuti nel corso degli anni». La Petrognola fa parte di una galassia di circa 750 birrifici artigianali, concentrati soprattutto al nord e al centro del Paese Roberto Giannarelli fondatore della Petrognola che produce birra artigianale da farro.


Fonte: Repubblica.it di Vito de Ceglia

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