sabato 23 aprile 2016

La merenda della signora di San Pellegrinetto

Mi è piaciuta questa storia che ho letto sul profilo Facebook dell'amico Italo Pierotti. La riporto qui sul blog.

San Pellegrinetto

Una signora di San Pellegrinetto, guardando con compassione una bimbetta che protestava sgarbatamente con la madre perché la merendina, in cellofan variopinto, non era di suo gradimento, mischiando mirabilmente l'italiano al garfagnino, mi ha detto: 

"Quand’ero bimbetta a merenda s’ungeva il pane co’ l’oglio e aceto e de le volte, quando un c’era gnanco quello, sapete che faceva mi mà? Tagliava un troccolo grosso di pane e uno cicco, po’ mi dicea: - Quello più grosso edè il pane e quello più cicco fa conto che sia cagio. Me li porgea così, con tanto amore che li pigliavo e l’uno e l’altro insieme l’abboccavo, giocando felice per le piane a pomba, o quattro cantoni, ‘ntanto giù i bocconi. Quel pane lo finio che gnanco me n’accorgevo. 
Vi dirò che il pezzetto più cicchino mi parea proprio cagio pecorino. Forsi dèra la fame opurr dèra l’amore che ci mettea mi’ mà, ma ci sentio drento quel sapore. 
Oggigiorno i bimbetti ci han di tutto, cagi, salame, biscotti e prosciutto, ma fan dannà. Su’ mà per fagli mandà giù mezzo boccone scappino via facendo le frignate. Lessategli un laveggio di patate, come a mi’ tempi che ‘nsavea nulla, ma erimo contenti. ‘Nvece, proprio perché c’hanno tutto, fanno svernie e boccacce e su’ mà, stracca a caminagli dietro perché gli stiino boni, gli fa mangià scepro il companatico e il pane va a finì drento i bidoni".

Che ne diresti di leggere un altro articolo a caso del blog? Potresti trovarlo utile e interessante!

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