domenica 24 aprile 2016

Garfagnana terra sconosciuta - La Domenica del Corriere del 1946

La pagina 7 de "La Domenica del Corriere - Supplemento illustrato de Corriere della Sera" del 3 novembre 1946  era dedicata alla Garfagnana. Articolo di Gian Mirola.



La Garfagnana non è una delle misteriose provincie dell'Asia, né uno sperduto villaggio della Patagonia. Se qualcuno, leggendo il titolo di questo articolo, lo avesse immaginato, si ricreda.
E' invece un pittoresco lembo di terra toscana, incuneato fra gli Appennini e le Apuane, dove termina il regno dell'ulivo ed incomincia quello del castagno. 
Terra ricca di tradizioni folcloristiche, d'usi e costumi intatti da più secoli. 
"L'ultima regione dell'Universo" la chiamano gli abitanti, alludendo argutamente alla corona dei monti orridi e belli, che la circondano. 
Qui il castagno nasce e vegeta spontaneamente e nelle selve abbondano, come in un piccolo lembo di Paradiso terrestre, funghi, fragole, lamponi, mirtilli, more.

Garfagnana, terra sconosciuta -  Gian Mirola *
Usi e costumi
La gente è buona, cortese e attaccatissima agli usi e alle tradizioni degli avi. Nelle vie e nelle piazze dei paesi si canta ancora il "Maggio", che è una specie d'opera drammatica, paragonabile in certe forme più erudite, al melodramma.
Scettri di cartone, corazze di latta, elmi e spade di legno formano l'arredo scenico e il vestiario degli artisti che, accompagnati da un unico violino, cantano su un motivo semplice, poggiando sulla prima e sulla quinta sillaba di ogni verso.
Gli argomenti dei "Maggi" possono essere scelti fra i fatti più salienti della storia greca o romana, fra le vite dei Santi, degli eroi, o fra i poemi classici, come La Gerusalemme Liberata o L'Orlando furioso.
Altre forme d'arte popolare sono le "Befanate", gli "Stornelli", i "Rispetti"; ancora vive e in uso fra i contadini della regione. Abbiamo conosciuto, in Garfagnana, contadini che non sapevano fare l'o col tondo dei un bicchiere e recitavano, magari a memoria, uno o più canti della Divina Commedia, illustrandone poi, con esattezza, il significato storico e letterale.

Ospiti illustri e briganti cortesi
Nel 1523 venne a governare la Garfagnana, per conto degli Estensi di Modena, un poeta celebre: Ludovico Ariosto. 
In quel tempo gli Appennini erano covo di numerosi bande di briganti e attraversare le montagne per recarsi da Castelnuovo (sede del governatorato) a Modena (capitale estense) o viceversa non era impresa troppo facile.
Durante uno di questi viaggi l'Ariosto fu fermato e, col seguito, spogliato e derubato. Proprio come succede oggi sui valichi alpini.
I briganti stavano insaccando la refurtiva quando, ad uno del seguito, sfuggì il nome del poeta. Il capo dei banditi, premuroso, chiese subito: Dov'è messere Ludovico?
- Sono io - rispose tutto tremante il poeta.
- Non sia torto un capello al grande Ariosto - ordinò allora il campo ai compagni. 
Fece restituire a tutti quanto era stato rubato e proseguì, poi, rivolto al poeta: 
- Messere, anche i banditi della Garfagnana, che voi sferzate nelle vostre "satire" vi stimano e vi apprezzano - E s'inchinò in segno di rispetto.
Ordinò poi, ad una parte della banda, di scortare il poeta ed il suo seguito fino al limite della "Gran selva" affinchè non corressero il rischio di essere disturbati da altri.
Così l'autore dell'Orlando furioso giunse a Modena sano e salvo, benedicendo le muse che lo avevano protetto in una brutta avventura.

Marmo, carbone e... fragole
Oggi la Garfagnana è una delle Regioni d'Italia più dimenticate. 
La guerra vi sostò per sette mesi. Villaggi interi furono distrutti o bruciati. Uomini di tutte le razze bivaccarono nelle case abbandonate e molti, oggi, leggendo questo articolo ed osservando le fotografie riprodotte in questa pagina, sussurreranno, compiaciuti o rammaricati, la famosa frase manzoniana: "Io c'era!"
Sulle strade, solcate allora dalle pesanti ruote dei pezzi d'artiglieria, discendono oggi i più importanti prodotti della regione, diretti ai vari mercati del mondo: marmo per le Indie e per le Americhe, castagne e farina di castagno per la Francia e per la Spagna, legna e carbone per l'Italia settentrionale. 
Una delle occupazioni più caratteristiche è la raccolta delle fragole, che qui nascono spontaneamente. Ceste e cestelli vengono allineati, ogni giorno, durante la raccolta, lungo i margini delle strade, in attesa delle macchine che passeranno, nelle prime ore del mattino, a caricare.
Importante è anche la raccolta dei funghi, i quali vengono inviati, nelle annate di massimo raccolto, in tutta Italia.
Funghi, fragole e castagne per la mensa; lana e canapa per i vestiti, che qui vengono filati e tessuti a mano; carbone e legna per la stufa; marmo e calce per la casa.
Tutto questo dà la Garfagnana, l'illustre sconosciuta, che un giornalista ha scoperto, in questi giorni, senza passare i confini dello Stato. Scoperta, descritta, illustrata: per voi.

Gian Miròla

*Tratto dalla collezione privata di Aldo Poli

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