martedì 25 febbraio 2014

Basta agli inutili e infondati allarmismi occupazionali fatti dagli industriali e dai Sindaci

Restiamo veramente allibiti da come si sia messa subito in moto la macchina del fango per screditare il nuovo piano paesaggistico delle Regione Toscana, i Sindaci e gli industriali si sono subito messi a creare allarmismo tra i lavoratori delle cave ai quali mandiamo la nostra solidarietà e tra i quali abbiamo molti amici. Probabilmente questi amministratori non hanno nemmeno letto il Piano della Regione che prevede la costruzione di economie durevoli e alternative al marmo dove ricollocare gli operatori delle cave e quindi dare il via ad una riconversione e chiusura progressiva delle stesse. L'escavazione del marmo e del carbonato di calcio non hanno futuro, questo ce lo dicono i dati, il settore è passato in pochi decenni da occupare 30.000 persone a poco meno di mille facendo intuire chiarmanete che è un' economia residuale che sta scomparendo, dobbiamo anche aggiungere che oggi si estrae in un giorno la stessa quantità di materiale che prima si estraeva in tre mesi. Incrociando i dati si capisce bene che è un'economia che devasta il territorio, impoverendoci e domani se ne andrà lasciandoci con i monti devastati e nessun futuro per le nostre popolazioni.

Ci sembra invece molto intelligente, come si legge nel Piano dell' Assessora Marson, pensare a creare economie che diano futuro (come da sempre auspichiamo), che possano permetterci di continuare a vivere nei nostri amati paesi, avendo un futuro lavorativo dignitoso e non lavoro usurante di cava.

Infine c'è anche da dire che le zone delle Alpi Apuane dove non sono le cave pagano anch' esse molto duramente il peso del marmo, trovandosi in un territorio che non si promuove, che non crea turismo perchè ovviamente non può convivere con l'escavazione.

Oggi l'economia di cava va dismessa in modo graduale senza creare traumi occupazionali, ci sembrerebbe molto più opportuno che i Sindaci si adoperassero a comprendere a fondo le proposte della Regione e cominciassero magari da subito delle sperimentazioni sui propri territori, facendo una programmazione economica che vada oltre il tempo di un mandato (5-10 anni) e sappia configurare un futuro concreto per le nuove generazioni. Invece di continuare con isterici allarmismi pre elettorali che finiranno appena finita la campagna elettorale, pensiamo al futuro dei nostri territori.

E' giunto il momento di andare oltre l'estremismo è giunto il momento della ragionevolezza ed essa non sta nella distruzione dei monti ma nella riconversione economica del territorio.



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