sabato 28 aprile 2012

Google Drive e gli altri: guida al cloud storage per tutti

Dropbox, SkyDrive, iCloud e ora Google Drive. Sono, con l'avvento della new entry targata Mountain View di ieri l'altro, i quattro servizi di archiviazione nella nuvola più noti a disposizione dei consumatori – in modalità e con funzionalità diverse – per "parcheggiare" in Rete i propri contenuti digitali. 
Foto, video, canzoni, immagini e anche documenti di lavoro vengono ospitati nella cloud – e quindi nei server del provider di turno - e resi accessibili in qualsiasi momento e attraverso qualunque tipologia di device (pc, tablet e smartphone) connesso al Web. Il tutto secondo ben definiti parametri di capacità (l'entità in Gbyte dello spazio a disposizione online) e secondo "add on" o restrizioni che possono costituire la differenza fra un servizio e l'altro. 
Di programmi che rispondono a queste prerogative ce ne sono in realtà parecchi – il sito tecnologico The Verge ne ha messi in lista oltre una dozzina e fra questi Box.net e SugarSync sono probabilmente i più utilizzati ed apprezzati fra gli utenti più esperti – ma è lecito pensare che per l'utente medio e poco avvezzo con le nuove tecnologie Web based la scelta possa cadere su quelli che hanno alle spalle un marchio conosciuto. 
 E quindi quelli targati Google, Microsoft ed Apple, che devono scalfire però la popolarità di DropBox, servizio che ha all'attivo circa 50 milioni di utenti nel mondo offrendo uno spazio gratuito di 2 Gbyte e altri a pagamento (100 e 20o dollari l'anno) da 50 o 100 Gbyte e la chicca di poter condividere pubblicamente i file (attivando un link accessibile a tutti) con un semplice click del bottone destro del mouse. 

Google Drive 
Il plus che ne ha contraddistinto il lancio è la totale integrazione con Google Docs. Gli attuali utenti della suite di produttività possono cioè utilizzare i propri documenti in Drive, unitamente a tutti gli altri file che gli stessi utenti andranno a caricare nella cloud. E il principio vale anche per il social network Google+, per condividere foto e altro da Drive, e (ma non da subito) per Gmail, per allegare file da Drive direttamente nei messaggi inviati con il servizio di posta elettronica. 
 Si tratta di un vero salto in avanti rispetto alle soluzioni della concorrenza? C'è chi si dice in proposito scettico. Il fatto di supportare file di diversa natura senza bisogno di installare apposito programma su pc o dotarsi di applicazioni ad hoc è comunque un pregio, al pari della presenza di una funzione Ocr (Optical Character Recognition) che permette di riconoscere le parole all'interno di immagini e documenti Pdf e gestirne il contenuto come testo in fase di ricerca. Per rendere pubblico un file occorre invece passare dal browser Web e al momento manca anche l'opzione di anteprima per poter vedere i file extra universo Google senza necessariamente effettuare il download del file stesso. 
Lo spazio di storage a disposizione in forma gratuita è di 5 Gbyte. Le opzioni a pagamento prevedono 25 Gbyte di capacità con una canone di 2,49 dollari al mese, 100 Gbyte a 4,99 dollari e 1 Terabyte a 49,99 dollari mensili. Google si prende anche il diritto di utilizzare a proprio piacimento i contenuti archiviati nella sua nuvola su scala globale. 


SkyDrive 
Il servizio di Microsoft ha dalla sua la maggior capacità di storage offerta a costo zero - 7 Gbyte per i nuovi utenti e 25 Gbyte per quelli già attivi prima del 22 aprile – ed offerte a pagamento (lanciate qualche giorno fa) dai costi sicuramente competitivi: 10 dollari l'anno per 20 Gbyte di spazio, 25 dollari per 50 Gbyte e 50 dollari per 100 Gbyte. 
Dal punto di vista funzionale, oggi SkyDrive permette di utilizzare cartelle remote del pc per archiviare e sincronizzare file (la condivisione pubblica dei documenti, come nel caso di Google Drive, richiede invece l'obbligo del browser Web), supporta il display Retina per l'utilizzo su iPhone e iPad e si prepara ad operare con Windows 8. Presto sarà inoltre anche integrato con il servizio di sincronizzazione Live MeshSkyDrive, tramite cui tutti i file memorizzati via cloud saranno automaticamente mantenuti aggiornati fra pc, Mac e il sito SkyDrive.com. 
La promessa che Microsoft fa agli utenti del suo servizio è quella di non reclamare la proprietà dei contenuti dell'utente archiviati nella sua cloud e di assicurare che gli stessi non saranno oggetto di controllo, verifica e approvazione. 

Apple iCloud
La semplicità d'uso del servizio è sicuramente uno dei punti a favore dello storage nella nuvola della Mela, che rimane però pur sempre un servizio focalizzato sui dispositivi e sulle applicazioni che ruotano intorno alla piattaforma iOs e Os X. La possibilità di utilizzarlo con pc Windows c'è ma le sue virtù si evidenziano con le apps scaricate dall'App Store e utilizzate sui computer Mac o su iPad e iPhone. Lo spazio gratuito di archiviazione è di 5 Gbyte ed è aumentabile a pagamento spendendo 20 euro all'anno per ulteriori 10 Gbyte di spazio. 
Apple si prende la libertà di utilizzare i contenuti di utilizzare a costo zero i contenuti dell'utente resi disponibili anche al pubblico o ad altri soggetti per cui è stata autorizzata la condivisione degli stessi.

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